Giudiziaria

Processo Montagna, l’ex sindaco Sabella rilascia dichiarazioni: “Sempre agito nell’interesse della comunità”

“Sono stato in carcere due anni, ho sempre agito nell’interesse dalla mia comunità e la cosa che più mi ha fatto male è stata l’interpretazione di alcune intercettazioni durante i colloqui che tenevo al Pagliarelli con i miei familiari. Una di queste, quella del 12 febbraio, è stata manipolata.” Sono queste le parole pronunciate a […]

Pubblicato 4 anni fa

“Sono stato in carcere due anni, ho sempre agito nell’interesse dalla mia comunità e la cosa che più mi ha fatto male è stata l’interpretazione di alcune intercettazioni durante i colloqui che tenevo al Pagliarelli con i miei familiari. Una di queste, quella del 12 febbraio, è stata manipolata.” Sono queste le parole pronunciate a margine dell’udienza del processo Montagna dall’ex sindaco di San Biagio Platani Santo Sabella, tra gli imputati del filone ordinario, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. L’ex primo cittadino ha chiesto e ottenuto, alla fine dell’udienza di questa mattina, di poter rilasciare dichiarazioni spontanee. 

Il processo, che si avvia verso la conclusione, è ripreso questa mattina davanti i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Alfonso Malato con a latere Alessandro Quattrocchi e Giuseppa Zampino. L’udienza si è tenuta a porte chiuse, così come disposto dal presidente, seguendo le disposizioni anti-covid volte ad evitare inutili assembramenti. Presenti solo le parti in causa e la stampa. 

Tre i testimoni chiamati a deporre dalla difesa di Sabella, rappresentata dagli avvocati Mormino e Gaziano: si tratta di un dirigente del comune di San Biagio Platani, di un avvocato e di un vigile urbano in servizio all’Ente. Il primo ha riferito sull’iter dei lavori pubblici effettuati in paese, affermando che tutte le gare d’appalto sono state svolte dall’Urega e solamente due dal Comune stesso. L’avvocato Rosina Amoroso, invece, ha riferito in merito alla circostanza del pagamento di alcuni lavori per la realizzazione degli archi di pane alla ditta Cipolla (il fratello del titolare è stato arrestato nella stessa operazione). Infine è comparso un agente della Polizia Municipale che si è occupato di raccogliere e sistemare i documenti presenti nella stanza del sindaco pochi giorni dopo il suo arresto. 

La parola è poi stata concessa all’ex sindaco Sabella che ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee: “In tre anni la ditta Cipolla ha lavorato col comune per ordini pari a 6 mila euro. Da quando al mio posto è subentrato lo Stato con il commissariamento dell’Ente gli sono stati assegnati 32 mila euro di lavori.” 

Sul banco degli imputati, in questo stralcio, siedono Santo Sabella, Domenico Lombardo, 26 anni, di Favara, Salvatore Montalbano, 26 anni, di Favara, Calogero Principato, 27 anni, di Agrigento, Giuseppe Scavetto, 50 anni, di Casteltermini e Antonio Scorsone, 54 anni di Favara. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Mormino, Gaziano, Barba, Danile e Posante. La parte civile è rappresentata dagli avvocati Luigi Troja e Samanta Borsellino. L’accusa è sostenuta in aula dal sostituto procuratore della Dda di Palermo, Alessia Sinatra. Si torna in aula il 3 dicembre. 

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