Giudiziaria

Sospensione dipendente: Cga “bacchetta” conservatorio di musica

L’Amministrazione ha accreditato al lavoratore le somme dovute

Pubblicato 3 anni fa

Il Consiglio di giustizia amministrativa – preso atto di come non vi fosse luogo a provvedere sull’istanza di sostituzione al Commissario ad acta – ha condannato il Conservatorio di Musica di Stato “Vincenzo Bellini” di Palermo al pagamento di ulteriori spese processuali, liquidate in mille euro

Il Conservatorio di Musica di Stato “Vincenzo Bellini” di Palermo nel 2011 ha adottato – nei confronti di un proprio dipendente – un provvedimento di sospensione cautelare dal servizio. Il dipendente, con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino, ha adito il Tribunale di Palermo per contestare tale sospensione cautelare. Il Tribunale di Palermo, con sentenza del 2014, accogliendo tale ricorso, ha accertato il diritto del lavoratore alla riammissione in servizio e ha condannato l’Amministrazione al pagamento delle spese processuali. Il dipendente – che nelle more era stato collocato in quiescenza – ha chiesto (questa volta al Giudice Amministrativo e sempre con il patrocinio dell’Avv. Giorlamo Rubino) l’esecuzione della suddetta sentenza del Tribunale di Palermo e ciò ai fini della ricostruzione in termini giuridici ed economici della carriera per il periodo di illegittima sospensione dal servizio. Il CGA, accogliendo le richieste dell’avv. Rubino, ha affermato l’obbligo della P.A. di eseguire la sentenza. 

Il Conservatorio di Musica di Stato “Vincenzo Bellini” di Palermo ha tuttavia disposto la liquidazione a favore del lavoratore di una somma ben inferiore a quella spettante. Pertanto, il lavoratore, con il patrocinio dell’avv. Rubino, ha contestato l’ammontare dell’importo così come quantificato dal Conservatorio – allegando apposita  perizia di parte – e ha chiesto la nomina di un nuovo commissario ad acta. Il CGA ha nominato il Capo di Gabinetto del Ministro dell’Istruzione quale Commissario ad acta, al fine di quantificare le somme effettivamente dovute e liquidare le stesse. Il Commissario ad acta –  alla luce della documentazione prodotta dall’avv. Girolamo Rubino – ha determinato in oltre 50.000 euro la somma spettante al dipendente e ha dato mandato ai competenti uffici per il pronto pagamento di tali somme. Tuttavia, l’Amministrazione non ha provveduto a liquidare l’importo dovuto, costringendo l’interessato a rivolgersi nuovamente al CGA per chiedere la sostituzione del Commissario ad acta. Finalmente, pochi giorni dell’udienza, l’Amministrazione ha accreditato al lavoratore le somme dovute.

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