Giudiziaria

“Vendevano falsi posti di lavoro alla Regione” ma il reato è prescritto: prosciolti due imputati

Avrebbero truffato i parenti di alcuni disoccupati che hanno pagato per impiegare i propri figli ma il reato è prescritto

Pubblicato 7 mesi fa

Avrebbero promesso false assunzioni in enti della Regione Siciliana, quali il museo Archeologico di Agrigento o la Biblioteca Luigi Pirandello, in cambio di 15 mila euro ma il reato adesso è prescritto. La Corte di Appello di Palermo, accogliendo il ricorso degli avvocati Angelo Asaro e Valentina Fabbrica, ha disposto il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Giuseppe Lo Brutto, 48 anni, e Michele Ferro, 62 anni. I due imputati erano accusati di truffa e, in particolare, di aver raggirato i parenti di alcuni disoccupati pronti a tutto per sistemare i propri figli. Il tribunale di Agrigento, in primo grado, aveva condannato Lo Brutto a nove mesi di reclusione e Ferro a sei mesi di reclusione. Oggi, invece, interviene la prescrizione.

La vicenda ha dell’incredibile. Il protagonista assoluto sarebbe stato Lo Brutto, coinvolto in passato in una vicenda simile. Laureato in giurisprudenza, persona distinta, si sarebbe spacciato per un avvocato e funzionario della Sas, Servizi Ausiliari Sicilia, azienda realmente esistente che si occupa del reclutamento del personale per gli enti pubblici siciliani. Con questo escamotage, e con la complicità degli altri imputati di cui una titolare di un patronato, si sarebbe poi fatto versare 15 mila euro millantando assunzioni con tanto di contratti di assunzione (ovviamente falsi). L’inchiesta emerge grazie alle denunce della Sas che nel frattempo riceveva le richieste di inserimento delle giovani vittime nel ruolo dei lavoratori, tramite  ordini di servizio e contratti contraffatti. Almeno sette le vittime del raggiro.

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