Mafia

Inchiesta Passe-partout, le intercettazioni shock del collaboratore Nicosia: “Falcone morto in incidente sul lavoro” (vd)

“All’aeroporto dobbiamo cambiare nome… Non va bene Falcone-Borsellino. Perché dobbiamo spiegare chi sono e arriminare la stessa m….. sono vittime d che cosa? Incidente sul lavoro, no?? Ma poi manco magistrato era quando è stato ammazzato ….Perché non si chiama aeroporto Pirandello e che minchia …” Sono queste alcune delle intercettazioni ambientali shoccanti captate nell’auto […]

Pubblicato 5 anni fa

“All’aeroporto dobbiamo cambiare nome… Non va bene Falcone-Borsellino. Perché dobbiamo spiegare chi sono e arriminare la stessa m….. sono vittime d che cosa? Incidente sul lavoro, no?? Ma poi manco magistrato era quando è stato ammazzato ….Perché non si chiama aeroporto Pirandello e che minchia …”

Sono queste alcune delle intercettazioni ambientali shoccanti captate nell’auto di Antonello Nicosia, 48enne collaboratore parlamentare della deputata Pina Occhionero (ex Leu, oggi Italia Viva, non indagata) fermato questa notte dai carabinieri del Ros con l’accusa di associazione mafiosa. Insieme a lui fermate altre quattro persone. 

Secondo gli inquirenti Nicosia, sfruttando il suo ruolo di collaboratore parlamentare e membro dei Radicali, avrebbe veicolato messaggi dal carcere all’esterno e, sempre secondo le emergenze investigative, stava per finanziare una grossa somma da consegnare a Matteo Messina Denaro. 

“A me non piaceva come operava quando io ero segretario dei Radicali Italiani e lui era iscritto al movimento. Poi i rapporti si sono interrotti quando lui è entrato nel comitato nazionale dei Radicali Italiani ed io nel Partito Radicale”.

Operazione Passepartout, le intercettazioni choc: “Falcone morto in incidente sul lavoro”

Lo afferma all’Adnkronos Rita Bernardini, membro del Consiglio Generale del Partito Radicale in merito all’arresto di Antonello Nicosia, assistente della parlamentare Pina Occhionero di Italia Viva estranea all’inchiesta, insieme ad altre quattro persone, con l’accusa di avere veicolato messaggi fuori dalle carceri. “Mi sembrava più un esaltato – aggiunge Bernardini – non mi piaceva e avevamo avuto delle divergenza proprio su come devono essere effettuate le visite in carcere”.

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