Mafia

La “cupola” di Palermo dopo la morte di Totò Riina, Cassazione conferma (alcune) condanne

L'operazione, scattata nel dicembre 2018, aveva fermato il tentativo di riorganizzare la "Cupola" palermitana dopo la morte di Totò Riina

Pubblicato 2 mesi fa

Gli unici che hanno ottenuto l’annullamento senza rinvio, ma sol perche’ le loro pene sono state rideterminate dalla stessa Cassazione, sono i boss di Porta Nuova Gregorio Di Giovanni, detto ironicamente ‘Sorriso’, perche’ in realta’ non ride mai, e Salvatore Sciarabba, capo della famiglia di Misilmeri (Palermo): nel decidere il processo Cupola 2.0, sulla riorganizzazione del vertice operativo di Cosa nostra, la seconda sezione della Suprema Corte ha ridotto a 11 anni e 4 mesi la condanna inflitta al primo e a 13 anni, 10 mesi e 20 giorni quella di Sciarabba, nei cui confronti sono stati ritenuti insussistenti alcuni episodi estorsivi. Un annullamento – ma solo per la parte che riguarda il diritto alla non menzione della lieve condanna rimediata – l’ha ottenuto pure Giovanni Comito.

Per il resto sono stati una serie di annullamenti con rinvio (sette), quasi tutti per far ricalcolare l’entita’ delle pene emesse il 20 dicembre 2022 dalla Corte d’appello di Palermo, poi un rigetto nel merito e venti dichiarazioni di inammissibilita’. Regge insomma ampiamente la tesi della Dda di Palermo, che aveva – con un’operazione dei carabinieri del dicembre 2018 – fermato il tentativo di ridare un governo a mandamenti e famiglie sempre meno controllati e coordinati dall’alto, specie dopo la morte di Toto’ Riina, avvenuta il 17 novembre 2017. Il processo dovra’ essere rifatto per Vincenzo Ganci, Massimo Mule’, Giovanni Salvatore Migliore (solo per la valutazione di un’aggravante e l’eventuale ricalcolo della pena), Maurizio Crino’, per lo stesso Settimo Mineo, boss di Pagliarelli, indicato come il nuovo capo designato della nuova Mafia palermitana del dopo- Riina: per Mineo c’e’ da riesaminare il trattamento sanzionatorio, ma i nuovi giudici di appello potranno anche confermare la pesante condanna a lui inflitta.

Altri annullamenti con rinvio per Domenico Nocilla e Michele Rubino. Rigettato il ricorso di Salvatore Ferrante, inammissibili invece le impugnazioni di Stefano Albanese, Filippo Annatelli, Giuseppe Bonanno, Carmelo Cacocciola, Francesco Caponetto, Giuseppe Costa, Filippo Cusimano, Rubens D’Agostino, Filippo Di Pisa, Michele Grasso, Marco La Rosa, Gaetano Leto, Erasmo Lo Bello, Domenico Mammi, Salvatore Mirino, Salvatore Pispicia, Gaspare Rizzuto, Giovanni Salerno, Giuseppe Serio, Salvatore Sorrentino. Non avevano fatto ricorso in Cassazione alcuni dei capi mandamento, nei cui confronti dunque la sentenza Cupola 2.0 era definitiva dall’anno scorso.

Si tratta di Leandro Greco, che aveva avuto 12 anni, Calogero Lo Piccolo (27 anni in continuazione), Fabio Messicati Vitale (10 anni), Salvatore Troia (11 e 4 mesi), Andrea Ferrante (12), Giusto Francesco Mangiapane (6), Matteo Maniscalco e Luigi Marino (6 e 8 mesi a testa), Giovanni Sirchia (8) e i collaboratori di giustizia Sergio Macaluso (2 anni), Filippo Bisconti (13 in continuazione) e Francesco Colletti (10, sempre in continuazione). Gli imputati dovranno risarcire le parti civili: Centro Pio La Torre, Addiopizzo, Confcommercio Palermo, Sos Impresa, Sicindustria, Rete per la legalita’, associazione per la lotta contro le illegalita’, Confartigianato e i Comuni di Villabate, Ficarazzi e Misilmeri (Palermo).

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