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La lunga caccia a Messina Denaro, perquisita casa della madre: due arresti e 14 indagati (ft e vd)

Nuovo colpo alla rete dei fiancheggiatori del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro. All’alba di oggi la Squadra mobile di Trapani ha arrestato due persone ritenute vicine al capomafia ricercato da quasi 30 anni. Una decina le perquisizioni eseguite dagli agenti della Squadra mobile, tra cui l’abitazione della famiglia Messina Denaro, a Castelvetrano, dove abita l’anziana madre […]

Pubblicato 5 anni fa

Nuovo colpo alla rete dei fiancheggiatori del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro. All’alba di oggi la Squadra mobile di Trapani ha arrestato due persone ritenute vicine al capomafia ricercato da quasi 30 anni. Una decina le perquisizioni eseguite dagli agenti della Squadra mobile, tra cui l’abitazione della famiglia Messina Denaro, a Castelvetrano, dove abita l’anziana madre del boss.

In manette sono finiti Giuseppe Calcagno di 46 anni, di Campobello di Mazara, e Marco Manzo, 55 anni, pregiudicato, di Campobello di Mazara, indagati per associazione di tipo mafioso ed estorsione.

L’operazione è stata condotta dagli uomini della Squadra Mobile di Trapani diretta dal vicequestore aggiunto Fabrizio Mustaro con l’ausilio degli uomini della Questura, dei Commissariati della provincia e dei Reparti Prevenzione Crimine di Palermo e di Reggio Calabria, con unità cinofile e il Reparto Volo di Palermo. Sono stati impiegati 90 uomini della Polizia di Stato.

Nel corso del blitz che all’alba di oggi ha portato all’arresto di due persone ritenute fiancheggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro, gli uomini della Squadra mobile di Trapani hanno anche perquisito l’abitazione della madre del capomafia nel centro di Castelvetrano. Lì risulta ancora la residenza anagrafica del capomafia ricercato dal 1993.

Operazione Ermes, fase 3

Nel 2015 il boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro mandò un ‘pizzino’, un biglietto, ai suoi fiancheggiatori nel quale “mostra il suo interesse per l’acquisto di un terreno a Castelvetrano”, il comune in cui è nato. “E la famiglia mafiosa è intervenuta per ‘convincere’ i proprietari a vendere il terreno”, come dicono gli inquirenti. Il retroscena emerge dall’operazione che all’alba di oggi ha portato all’arresto di due presunti complici della primula rossa latitante dal 1993. E’ anche emerso un altro particolare ritenuto interessante dagli investigatori. Quello stesso terreno, in passato, era appartenuto al boss mafioso Totò Riina.

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