Mafia

Le mani della mafia sull’ortofrutta: incontro con esponenti famiglia Gambino

Esponenti della famiglia newyorchese dei Gambino si sarebbero recati a Favara

Pubblicato 3 anni fa

Significative e pressanti le infiltrazioni di Cosa nostra e della Stidda nelle attivita’ economiche. A confermarlo l’operazione antimafia del Ros. Grande rilievo assume il controllo e lo sfruttamento del lucrosissimo settore commerciale delle transazioni per la vendita di uva e di altri prodotti ortofrutticoli della provincia di Agrigento che, oltre a garantire rilevantissime entrate nelle casse delle organizzazioni, permetteva di consolidare il gia’ rilevante controllo del territorio. E’ stato calcolato che la gestione delle mediazione commerciali fruttava il 3% sulle transazione, molti milioni di euro.

Un affare gestito da un triumvirato costituito da tre dei fermati di oggi: Giancarlo Buggea, rappresentante del capomafia agrigentino Giuseppe Falsone e compagno dell’avvocata fermata, Angela Porcello, Giuseppe Giuliana e Luigi Boncori, capo della famiglia di Ravanusa, su mandato di Calogero Di Caro, capo del mandamento. In tale quadro, e’ stato pure sventato un progetto di un omicidio organizzato dagli esponenti della Stidda ai danni di un mediatore e di un imprenditore che non avevano corrisposto – a titolo estorsivo – parte dei guadagni realizzati con le loro attivita’.

Particolarmente rilevanti, secondo quanto accertato dall’inchiesta della Dda di Palermo, culminata nell’operazione del Ros, sono i contatti con esponenti della famiglia Gambino di Cosa nostra newyorkese, interessata ad avviare, in base alle indagini, attivita’ di riciclaggio di denaro con Cosa nostra siciliana.

Coldiretti Sicilia plaude all’operazione

“Il settore agricolo continua ad essere vessato da attivita’ criminali che impediscono la crescita e gli investimenti”. Questo il commento di Coldiretti Sicilia che plaude all’operazione dei Ros che oltre ai vari arresti ha portato alla luce il controllo e sfruttamento nelle transazioni commerciali per la vendita di uva e altri prodotti ortofrutticoli della provincia di Agrigento. “Proprio sull’uva – rileva Coldiretti Sicilia – intere aree dell’Agrigentino negli anni hanno basato lo sviluppo economico e l’operazione dimostra come il comparto tra crisi dei prezzi e azioni malavitose sia sempre stato sottoposto a forti pressioni. Crescono gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore del cibo che e’ divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicita’ in tempo di crisi – ancora Coldiretti Sicilia – perche’ consente di infiltrarsi in modo capillare nella societa’ civile e condizionare la via quotidiana delle persone. In questo modo le agromafie si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare dai campi agli scaffali, dai tavoli dei ristoranti fino ai banchi di bar e pasticcerie, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualita’ e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio ‘made in Sicily’.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *