Mafia

Mafia, colpo al clan Trigila (vd)

13 arresti per mafia

Pubblicato 3 anni fa

La Polizia di Stato, con il Comando provinciale dei Carabinieri e il nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, sta eseguendo, su delega della Procura distrettuale Antimafia di Catania, un’ordinanza cautelare in carcere emessa dal gip di Catania nei confronti di 13 persone accusate di associazione mafiosa.

Gli arrestati: Rosario Agosta, 48 anni; Nunziatina Bianca, 63; Marcello Boscarino, 46; Giuseppe Caruso, 57; Francesco De Grande, 62; Emanuele Eroe, 37; Angelo Monaco, 26; Salvatore Porzio, 35; Angela Trigila, 44; Giusepe Trigila, 47; Giuseppe Trigila, 43; Antonio Giuseppe Trigila, 70; Giuseppe Crispino, 42. Gli ultimi due erano già detenuti.

Apparterebbero al clan Trigila, che opera nei territori della zona sud-orientale della provincia di Siracusa. Secondo i magistrati il clan, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, ha “assicurato una posizione dominante nei comparti del trasporto su gomma di prodotti orto-frutticoli, della produzione di pedane e imballaggi e della produzione e commercio di prodotti caseari, influendo e alterando le regole della concorrenza”. Nell’operazione odierna, che nasce dalle indagini ‘Robin Hood’ della squadra mobile e ‘Neaton’ dei Carabinieri sul clan Trigila, sono impegnati poliziotti della Questura di Siracusa, del reparto prevenzione crimine e dei cinofili della Polizia di Stato e militari dell’Arma dei carabinieri. I militari della Guardia di finanza stanno invece eseguendo un decreto di sequestro preventivo nei confronti di uno degli indagati.

Le mani del clan Trigila su prodotti caseari e trasporti

“Sulle attivita’ imprenditoriali agricole dell’Isola gravano le pessime infrastrutture che aumentano i costi dei trasporti e proprio la mancanza di alternative, facilita’ l’azione della criminalita’”. Cosi’ la Coldiretti Sicilia sull’operazione di polizia, carabinieri e guardia di finanza di Siracusa contro il clan Trigila, attivo nei nella zona sud-orientale della provincia aretusea, tra Noto, Avola, Pachino e Rosolini. Secondo la Dda di Catania la cosca, avvalendosi della forza di intimidazione si era assicurata una posizione dominante nei comparti del trasporto su gomma di prodotti ortofrutticoli, della produzione di pedane e imballaggi e della produzione e commercio di prodotti caseari, influendo e alterando le regole della concorrenza. “Agrumi, trattori, olio, motori – sottolinea Coldiretti Sicilia – ogni giorno nelle campagne siciliane viene rubato di tutto e solo maggiori controlli riducono il danno che gli agricoltori sono costretti a subire. A questo si somma un sistema che impone pizzo, guardiania e vessazioni varie. Il volume d’affari nazionale complessivo annuale delle agromafie e’ salito a 24,5 miliardi di euro con un balzo del 12,4% nell’ultimo anno – sottolinea ancora Coldiretti Sicilia -. Come ha fatto di recente l’imprenditore Giuseppe Condorelli la denuncia rimane l’unico mezzo di difesa.

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