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Mafia, colpo alla famiglia di Belmonte Mezzagno: 9 arresti

A Belmonte, infatti tra il 2019 e il 2020, si sono registrati tre omicidi e un tentato omicidio

Pubblicato 2 anni fa

Blitz antimafia dei carabinieri stanotte a Belmonte Mezzagno. I carabinieri del Nucleo operativo del reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri hanno sgominato un “Decina”, ritenuta la piu’ operativa e pericolosa della famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno, comune in provincia di Palermo.

I militari hanno eseguito 9 ordinanze di custodia di cautelare in carcere eseguendo il provvedimento del gip, su richiesta di un pool di pm diretto dal procuratore aggiunto Paolo Guido, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia. I reati contestati agli indagati sono associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi clandestine e ricettazione, questi ultimi aggravati dal metodo e dalle modalita’ mafiose.

LE INDAGINI

L’indagine, partita nel gennaio 2020, ha permesso di raccogliere un forte quadro indiziario, accolto dal gip secondo cui sussistono gravi indizi per affermare la piena operativita’ dell’organizzazione criminale Cosa nostra a Belmonte Mezzagno, che nell’ultimo triennio e’ stato teatro dei piu’ eclatanti fatti di sangue dell’intera provincia, confermando un contesto territoriale caratterizzato da uno spietato ricorso alla violenza e all’uso delle armi. A Belmonte, infatti tra il 2019 e il 2020, si sono registrati tre omicidi e un tentato omicidio. Sarebbere Agostino Giocondo il capo della “Decina” della famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno, sgominata, nell’ambito dell’operazione “Limes”.

LA DECINA

Secondo il gip, oltre all’operativita’ e allo stretto controllo sul territorio da parte del gruppo criminale, sussistono gravi indizi sulla figura di Agostino Giocondo che “avrebbe coordinato l’attivita’ nei settori tipici di controllo di Cosa nostra, curando il mantenimento dell’ordine pubblico sul territorio e adoperandosi – con altri soggetti arrestati – per la risoluzione di svariate controversie tra privati, in alternativa allo Stato”. In particolare – secondo le indagini – Giocondo si sarebbe attivato per il sostentamento dei detenuti della famiglia di Belmonte Mezzagno e per la restituzione della refurtiva asportata a un commerciante, organico alla famiglia mafiosa e anch’egli arrestato, con il quale, avrebbe influenzato la liberta’ di iniziativa economica locale, limitando la possibilita’ di esercizio ad aziende concorrenti. La cosca ha la piena disponibilita’ di armi ( i carabinieri hanno rinvenuto un fucile calibro 12 e revolver calibro 38) e Giocondo sarebbe il presunto custode dell’arsenale della famiglia di Belmonte, “poiche’ questi risulterebbe coinvolto – afferma dell’Arma – in ciascuna delle vicende riguardanti le armi della consorteria”.

GLI OMICIDI

Sono tre gli omicidi avvenuti nell’ultimo triennio a Belmonte Mezzagno, nel Palermitano, su cui hanno indagato i carabinieri e che hanno portato questa mattina ai nove arresti che hanno sgominata la famiglia mafiosa del luogo. Una sequenza cominciata il 10 gennaio 2019 con l’agguato di tipo mafioso in cui venne ucciso Vincenzo Greco, ritrovato nella sua auto ucciso da numerosi colpi di arma da fuoco. Nel maggio dello stesso anno toccava ad Antonio Di Liberto  ucciso anche lui da colpi di arma da fuoco mentre si trovava a bordo della sua auto.  Nel dicembre 2019 Giuseppe Benigno riusciva a sfuggire alla morte e raggiungere l’ospedale Civico di Palermo. Due uomini a bordo di uno scooter lo avevano affiancato mentre era alla guida della sua auto e gli avevano sparato contro 9 colpi: solo due lo avevano colpito alla spalla sinistra. Nel febbraio 2020 l’ultimo omicidio, quello di Agostino Alessandro Migliore, fratello di Giovanni Migliore, ritenuto uomo d’onore della famiglia di Belmonte Mezzagno e oggi in carcere. Dopo essere uscito di casa, venne colpito da 12 colpi di pistola.   Una scia di sangue che ha portato gli investigatori a parlare “di un contesto territoriale caratterizzato da uno spietato ricorso alla violenza ed all’uso delle armi”. Del vasto arsenale a disposizione della famiglia di Belmonte Mezzagno, oggi ne sono state ritrovate due: un fucile da caccia marca Winchester calibro 12 con matricola parzialmente punzonata e un revolver calibro 38 special Smith & Wesson con matricola abrasa.

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