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Mafia, estorsione e appalti: fermati due imprenditori

Mafia: appalti, 2 fermi nel Palermitano, "Comune condizionato"

Pubblicato 3 anni fa

Mafia, estorsioni e infiltrazioni nella pubblica amministrazione. Due fermi e tre imprese sequestrate su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo che ha emesso un fermo d’indiziato di delitto nei confronti di due persone, ritenute al vertice della famiglia mafiosa di Bolognetta, appartenente al mandamento di Misilmeri: Carlo Salvatore Sclafani, 47 anni, e Mario Pecoraro, 46 anni, nell’ambito dell’operazione “Dominio” che ha accertato il condizionamento dell’amministrazione comunale di Bolognetta.

Le indagini dei carabinieri di Misilmeri, condotte da un pool di magistrati che hanno lavorato sotto la direzione del procuratore aggiunto Salvatore De Luca, hanno consentito di focalizzare l’attenzione sui due imprenditori, i quali, secondo l’accusa, nel periodo di reggenza di Stefano Polizzi e all’indomani del suo arresto (avvenuto il 4 dicembre 2018 nell’operazione “Cupola 2.0”), si sono messi a completa disposizione del capofamiglia e del clan, assumendo un ruolo mafioso centrale nella cittadina di Bolognetta.

I due indagati si sono anche avvantaggiati dei rapporti instaurati nel tempo con il vertice del mandamento di Misilmeri/Belmonte Mezzagno, Salvatore Sciarabba (anch’egli tratto in arresto nel blitz “Cupola 2.0”), riuscendo ad imporre un rigido monopolio sul territorio nei settori delle agenzie funebri e dell’edilizia. E’ emersa peraltro, in funzione delle societa’ riconducibili agli indagati, “l’infiltrazione della amministrazione comunale”, sottolinea che indaga, che, “condizionata nel suo operato”, ha affidato loro commesse pubbliche “senza seguire i previsti iter amministrativi in violazione del principio di trasparenza e imparzialita’”.

Nella gestione monopolistica sul territorio delle attivita’ di onoranze funebri, Sclafani e Pecoraro hanno minacciato anche un altro imprenditore concorrente. Inoltre i due arrestati, insieme ad altri concorrenti, hano redatto documentazione falsa da produrre alla Corte di Appello di Palermo al fine di ottenere la revoca della dichiarazione di fallimento della societa’ I.C. Servizi Srl. Successivamente, hanno ‘ripulito’ il corrispettivo di tale falsificazione reimpiegando il denaro nelle proprie attivita’ imprenditoriali Sequestrate le aziende, conti correnti e il patrimonio immobiliare delle societa’ per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.

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