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Mafia, finanziavano famiglia Messina Denaro: 3 fermi, indagato l’on Pellegrino (ft e vd)

I Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, della Compagnia di Mazara del Vallo e del Ros hanno fermato con l’accusa di associazione mafiosa ed estorsione gli imprenditori Calogero Luppino, di Campobello di Mazara (Tp), Salvatore Giorgi e Francesco Catalanotto di Castelvetrano (Tp), gestore di un centro scommesse online a Campobello di Mazara.  La dda di […]

Pubblicato 5 anni fa

I Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, della Compagnia di Mazara del Vallo e del Ros hanno fermato con l’accusa di associazione mafiosa ed estorsione gli imprenditori Calogero Luppino, di Campobello di Mazara (Tp), Salvatore Giorgi e Francesco Catalanotto di Castelvetrano (Tp), gestore di un centro scommesse online a Campobello di Mazara. 

La dda di Palermo ha notificato un avviso di garanzia con invito a comparire al deputato regionale di Forza Italia Stefano Pellegrino. Il parlamentare e’ indagato di corruzione elettorale nell’ambito dell’odierna inchiesta dei carabinieri di Trapani denominata “Mafia bet”.

Tra i fermati, Calogero Luppino, imprenditore di Campobello di Mazara nel campo delle scommesse e dei giochi on line, dal 2006 al 2011, è stato consigliere comunale con l’Udeur e assieme allo zio Salvatore Giorgi, detto Mario, è stato tra i fondatori del movimento “Io Amo Campobello” tuttora attivo sul territorio. 

Giorgi – che secondo l’accusa gestiva la cassa dell’associazione mafiosa nel settore imprenditoriale delle scommesse – negli anni scorsiè’ stato assessore della cittadina del Trapanese. Secondo i pm i due avrebbero messo a disposizione il loro bacino elettorale in cambio di un tornaconto illecito. Nel blitz oltre ai tre fermati – tra cui spicca pure Francesco Catalanotto, gestore di un centro scommesse a Campobello di Mazara, ritenuto l’anello di congiunzione operativo tra Luppino e la famiglia di Castelvetrano, vantando una particolare vicinanza a Rosario Allegra, cognato del latitante Matteo Messina Denaro – sono indagate una decina di persone. Luppino nel 2014 ottenne una concessione per un centro di accoglienza e con l’associazione Menzil Salah ne apri’ uno a Salaparuta (Trapani) per cinquanta persone in un immobile di proprieta’ del Comune. Tra le società sequestrate dai carabinieri c’e’ n’e’ una di trasporti creata per far spostare i migranti ospitati in un centro d’accoglienza.

Le indagini dei carabinieri, coordinati dalla Procura di Palermo, hanno permesso di monitorare la rapidissima ascesa imprenditoriale di Luppino nel mondo delle scommesse e dei giochi on line. A garantirne il successo sarebbero stati i clan mafiosi di Castelvetrano, paese di origine del boss ricercato, e Mazara del Vallo, che obbligavano gli esercizi commerciali a installare i device delle societa’ di Luppino e Giorgi, minacciando di ritorsioni i titolari che si rifiutavano. 

Gli
esercizi che invece accettavano il monopolio facente capo a Cosa Nostra,
potevano godere della “protezione” dei mafiosi pronti a punire chi, tra la
delinquenza comune, prendeva di mira quegli esercizi commerciali.

Così
accadeva con un bar di Petrosino, che aveva subito un furto proprio di
macchinette per giochi riferibili alle società di Luppino e Giorgi. Cosa Nostra
individuava il responsabile del furto e, tramite il referente mafioso di quel
luogo, provvedeva alla punizione del presunto reo, colpevole di aver
danneggiato un esercizio che già aveva pagato la protezione dell’associazione
mafiosa.

Luppino, con l’aiuto di Giorgi, che gestiva la cassa dell’associazione mafiosa in questo specifico settore imprenditoriale, manteneva costanti contatti con gli altri associati, contatti finalizzati alla pianificazione e realizzazione di numerose iniziative imprenditoriali poste in essere attraverso la forza di intimidazione dell’associazione Cosa nostra sul territorio di Mazara del Vallo, grazie all’appoggio e alla protezione di Dario Messina (reggente del mandamento mafioso di Mazara del Vallo). In quanto gestore della “cassa” provvedeva alla ripartizione degli utili in favore degli associati anche di altre famiglie mafiose, tra cui quella di Marsala., provvedeva alle spese legali e alle altre necessità del boss detenuto Franco Luppino e della moglie Lea Cataldo e al finanziamento dei vertici delle famiglie mafiose di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Castelvetrano. Attraverso il terzo fermato, Francesco Catalanotto, molto legato al cognato di Messina Denaro, Rosario Allegra, inoltre venivano fatti arrivare soldi alla famiglia del padrino latitante.

Dei piani
elettorali dei due imprenditori trapanesi fermati per mafia, Luppino e Giorgi,
che avrebbero appoggiato alle ultime elezioni regionali il deputato Stefano
Pellegrino (Fi), sarebbe stato informato anche il capo mandamento Dario Messina
che, il giorno dello “spoglio” delle schede, venne aggiornato con sms
dei risultati.

Emerge
dall’inchiesta della Dda che ha portato a tre fermi e che vede indagato
Pellegrino per corruzione elettorale. Il boss avrebbe anche ammesso coi due
amici di aver procurato “162 voti” tra “parenti e cose” al
parlamentare.

“In ogni caso – spiegano gli inquirenti nel
provvedimento di fermo – dal complesso
delle investigazioni svolte non è comunque emersa la messa a disposizione di
Pellegrino in favore dell’associazione mafiosa e, pertanto, in relazione a un
presunto accordo politico-mafioso tra Cosa nostra e il candidato, non si è
raggiunto, allo stato e salvi ulteriori sviluppi, un grave quadro indiziario in
riferimento alle possibili e diverse ipotesi di concorso in associazione
mafiosa”.

“Del tutto chiaro è l’interesse di Luppino e di
Giorgi

– proseguono i pm – all’appoggio politico
di uno specifico candidato, giacchè è anche e soprattutto grazie
all’infiltrazione nel tessuto politico che gli stessi possono conseguire il
controllo delle attività economiche”. “Dalle investigazioni svolte,
allo stato attuale
– concludono – non
è  emersa la prova che gli esponenti
politici
(Pellegrino e un altro candidato, Toni Scilla, ndr) si siano rivolti a Luppino e a Giorgi non
solo perchè imprenditori di rilievo e rappresentanti del movimento politico
locale ‘Io amo Campobello’, ma anche perchè consapevoli della loro appartenenza
mafiosa”.

Calogero
John Luppino, invece, è stato anche consigliere comunale a Campobello di Mazara
nel 2011 nelle file dell’Udeur. Nel 2014 ha fondato il movimento “lo amo
Campobello”. Il nuovo re delle scommesse on line possiede anche una squadra di
calcio a cinque e molto attivo nel business dei migranti riuscendo a farsi accreditare
una struttura di accoglienza per 50 richiedenti asilo politico.

I Carabinieri
stanno eseguendo anche un ingente sequestro di beni – per un valore di circa 5
milioni di euro – nei confronti dei tre fermati. In particolare si tratta di 8
società e imprese individuali, e relativo compendio societario, che gestivano
non solo giochi on line. ma anche esercizi commerciali quali tabacchini,
autonoleggi, bar e società di servizi. Luppino. di recente, aveva differenziato
gli investimenti acquistando anche società di scommesse sull’isola di Malta.

Il valore
dei beni sequestrati si aggira intorno a 5 milioni di euro.

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