Mafia

Mafia, Giovanni Brusca libero dopo 25 anni per fine pena

Da oggi l'ex killer di Cosa nostra che il 23 maggio 1992 azionò il telecomando per la strage di Capaci, è un uomo libero

Pubblicato 4 anni fa

Ha lasciato il carcere dopo 25 anni, per fine pena, il boss mafioso Giovanni Brusca, fedelissimo del capo dei capi di Cosa nostra, Toto’ Riina, prima di diventare un collaboratore di giustizia ammettendo, tra l’altro, il suo ruolo nella strage di Capaci e nell’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo.

Ha lasciato oggi, come scrive L’Espresso, il penitenziario di Rebibbia, a Roma, con 45 giorni di anticipo rispetto alla scadenza della condanna. Sara’ sottoposto a controlli e protezione ed a quattro anni di liberta’ vigilata, come deciso dalla Corte d’Appello di Milano. La notizia ha trovato conferma in ambienti investigativi.

Giovanni Brusca fu arrestato il 20 maggio 1996 da latitante in via Papillon, nella frazione agrigentina di Cannatello. Per identificare esattamente il covo in cui si trovava Brusca, in quanto nella via vi erano diverse villette una accanto all’altra, si adottò lo stratagemma di utilizzare una motocicletta guidata da un poliziotto in borghese il quale dava delle forti accelerate al motore portandosi di fronte ai cancelli delle ultime tre ville in modo che il rombo del motore fosse percepibile dall’audio di “fondo” nell’intercettazione telefonica sull’utenza di Brusca: via radio “guidarono” il collega in moto in quel segmento di via, e ascoltando il massimo percepibile del rumore del motore, capirono che quello era il punto esatto, dando il via al blitz

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