Mafia

Mafia, lo sgarro alla moglie del boss e la lezione agli “zingari” di Castrofilippo 

La punizione chiesta e ottenuta dal capomafia nei confronti di un criminale comune appartenente alla comunità degli “zingari” di Castrofilippo

Pubblicato 1 anno fa

Nel corso dell’indagine Condor, che ha portato all’arresto di nove persone accusate a vario titolo di voler riorganizzare cosa nostra e stidda in provincia di Agrigento, emerge anche la capacità operativa della cosca di Favara capeggiata dal boss Giuseppe Sicilia. 

In particolare, le cimici installate sull’autovettura, portano alla luce la punizione chiesta e ottenuta dal capomafia nei confronti di un criminale comune appartenente alla comunità degli “zingari” di Castrofilippo. L’uomo, infatti, si sarebbe reso protagonista della cosiddetta truffa dello specchietto ai danni della moglie del boss. Uno sgarro che non si poteva lasciar passare. 

È il 10 maggio 2019 e Giuseppe Sicilia, insieme al cognato Domenico Lombardo, si reca a Castrofilippo alla ricerca del responsabile. Per individuare i truffatori i due si mettono alla ricerca di “Jack” e “Giuggiu”, due esponenti della cosca locale. Il primo è il cugino dell’ex sindaco mafioso Ippolito mentre il secondo era stato già indicato dal collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati quale appartenente alla mafia di Castrofilippo. 

La ricerca andrà a buon fine e il truffatore sarà individuato. A svelarlo sono gli stessi indagati che, intercettati in auto, commentano così quanto avvenuto: “Hai visto appena lo ha visto che botta in testa gli ha dato..”

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