Mafia

Mafia, l’omicidio del boss Di Giacomo: Tony Lipari resta in carcere

Alla base dell'omicidio ci sarebbero questioni di rivalita' mafiosa tra l'emergente Di Giacomo, fratello dell'ergastolano Giovanni, e il gruppo che faceva capo a Lipari

Pubblicato 1 anno fa

Resta in carcere Onofrio Lipari, detto Tony, arrestato all’inizio del mese su ordine del gip di Palermo: a decidere la conferma della misura cautelare il tribunale del riesame, che ha ritenuto gravi gli indizi per l’omicidio di Giuseppe Di Giacomo, assassinato nel quartiere Zisa il 12 marzo 2014, mentre era col figlio, all’epoca di quasi nove anni. Davanti ai giudici pero’ i due legali di Lipari, gli avvocati Michele Giovinco e Angelo Formuso, hanno portato elementi che in parte smentirebbero quella che secondo la procura e’ una prova regina: un’intercettazione in cui il fratello dell’indagato, Salvatore, diceva alla propria moglie che “a quello l’ammazzo’ Tony, u capisti ca l’ammazzo’ Tony?”. Sebbene trascritta nei brogliacci dei carabinieri, non vi sarebbe traccia di questa frase nelle registrazioni depositate: cosa confermata anche da un consulente della Dda. Il riesame tuttavia ha confermato la misura cautelare: le motivazioni saranno depositate entro 45 giorni.

Alla base dell’omicidio ci sarebbero questioni di rivalita’ mafiosa tra l’emergente Di Giacomo, fratello dell’ergastolano Giovanni, e il gruppo che faceva capo a Lipari. La frase al centro dell’indagine era stata intercettata il 7 ottobre 2021, quando Salvatore Lipari e la moglie discutevano del legame sentimentale tra il figlio della vittima – testimone del delitto – e la nipote della coppia: per impedire che i due continuassero a stare insieme, Salvatore avrebbe detto alla moglie che “a quello l’ammazzo’ Tony”. Frase non rinvenuta agli atti: gli elementi a carico dell’indagato pero’ continuano a sussistere, grazie ad altre intercettazioni, a osservazioni, a dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Alessio Puccio e Vito Galatolo.

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