Catania

Mafia, sequestro beni a imprenditore della plastica (ft e vd)

La Direzione Investigativa Antimafia di Catania, a seguito di una proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica di Catania e dal direttore della Dia ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro beni emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di prevenzione, nei confronti di […]

Pubblicato 4 anni fa

La Direzione Investigativa
Antimafia di Catania
, a seguito di una proposta di applicazione di misura
di prevenzione personale e patrimoniale formulata congiuntamente dal Procuratore
della Repubblica di Catania e dal direttore della Dia ha dato esecuzione ad un
decreto di sequestro beni emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di prevenzione,
nei confronti di Giovanni Donzelli, 71 anni, imprenditore nel settore del
recupero e della trasformazione di materie plastiche nella provincia di Ragusa.

Il Tribunale di Catania – Sezione Misure di prevenzione, all’esito
della valutazione  degli elementi forniti
dalla Dia e dalla Procura della Repubblica, ha ritenuto sussistente la
pericolosità sociale qualificata di Giovanni
Donzelli,
in quanto lo stesso può considerarsi contiguo all’associazione
mafiosa c.d. “Stidda”, operante nel
territorio vittoriese, sin dagli anni 90.

Le attività di indagine precedentemente condotte avevano fatto emergere che Giovanni Donzelli aveva avuto significativi rapporti con l’associazione di stampo mafioso riferibile alla “Stidda”, essendosi prestato ad offrire rifugi e covi per i latitanti, mettendo a disposizione la propria casa per le riunioni tra gli esponenti dell’organizzazione mafiosa vittoriese e quelli appartenenti ad altri clan.

Numerosi collaboratori hanno chiarito come il proposto si fosse
arricchito utilizzando il denaro frutto delle estorsioni gestite dal gruppo “Dominante-Carbonaro” che, decimato dalle
sentenze di condanna e paventando provvedimenti restrittivi, aveva affidato il
proprio “capitale” a soggetti insospettabili, affinché lo reinvestissero in
attività economiche apparentemente lecite.

I proventi derivanti dalle attività illecite dell’associazione mafiosa
sono stati, infatti, reimpiegati nelle attività imprenditoriali riferibili a Giovanni Donzelli operanti nel settore
della raccolta, lavorazione e riciclaggio della plastica.

Giovanni Donzelli fu definitivamente condannato nel 1994 dalla
Corte di Assise di Siracusa a 4 anni di reclusione per concorso in associazione
mafiosa quale esponente dell’organizzazione criminale mafiosa “Dominante-Carbonaro”.

La figura del Donzelli balza
nuovamente agli onori della cronaca grazie all’Operazione “Redivivi” culminata nel
2015 nell’arresto di 17 soggetti, ritenuti appartenenti al clan mafioso “DominanteCarbonaro”, affiliato alla “Stidda
Vittoriese”, responsabili, a vario
titolo, del delitto di associazione di stampo mafioso pluriaggravato,
finalizzata alla commissione di estorsioni in danno di esercenti la raccolta di
materiale plastico dismesso dai serricoltori, nonché di traffico illecito di
rifiuti, detenzione e porto abusivo di arma comune da sparo.

Per effetto dell’intimidazione sistematica esercitata dall’associazione
mafiosa, i raccoglitori di materie plastiche venivano indotti a desistere dal
prelevare i teloni di plastica dismessi dalle serre sbaragliando ogni tipo di
concorrenza a vantaggio esclusivo delle aziende del Donzelli.

In tal modo si era venuto a creare un sodalizio costituito da
imprenditori e malavitosi fondato su strategie prettamente imprenditoriali,
connesse all’esercizio di imprese mafiose che erano divenute catalizzatori di
interessi illeciti. Da tali presupposti, secondo il Tribunale di Catania –
Sezione Misure di prevenzione “…
discende il carattere intrinsecamente mafioso delle imprese direttamente o
indirettamente riconducibili al Donzelli, per il fatto di aver esse stabilmente
operato avvalendosi della forza intimidatrice di un’associazione mafiosa e in
cointeressenza con essa
”.

Mafia, sequestro beni a imprenditore della plastica

Ancora più recentemente, nell’ottobre scorso, Giovanni Donzelli è stato nuovamente arrestato nell’ambito
dell’operazione “Plastic free” della
Dda etnea nei confronti di Claudio Carbonaro
+ 14, ritenuti appartenenti al clan mafioso “DominanteCarbonaro”,
affiliato alla “Stidda Vittoriese” e responsabili, a vario
titolo, del delitto di associazione per delinquere di stampo mafioso
pluriaggravato finalizzata all’attività di gestione di rifiuti non autorizzata,
nonché per il delitto di trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante del
metodo mafioso.

Dal punto di vista patrimoniale, gli investigatori della Dia, hanno accertato
l’assenza, in capo al Donzelli ed ai
suoi familiari e conviventi, di risorse lecite idonee a giustificare l’entità
degli investimenti effettuati e, nel contempo, una cospicua e generalizzata
sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto.

Con il provvedimento adottato a carico di Giovanni Donzelli è stato disposto il sequestro, prodromico all’eventuale confisca, del patrimonio riconducibile allo stesso, al momento stimato in circa 5.000.000,00 euro, tra cui figurano, in particolare, diverse aziende operanti nel settore della raccolta e riciclaggio della plastica, immobili, autovetture, conti correnti e disponibilità bancarie.

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