Mafia

Mafia, sequestro beni da 300 mila euro a esponente clan

L’approfondimento di natura patrimoniale ha fatto emergere un’assoluta sperequazione reddituale del proposto e del rispettivo nucleo familiare per il periodo che va dal 2000 al 2018.

Pubblicato 3 anni fa

Su richiesta di questa Procura distrettuale, il Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione ha disposto e la Guardia di Finanza di Siracusa ha eseguito in data odierna una misura di prevenzione patrimoniale nei confronti di un soggetto di Solarino – Massimo Calafiore di anni 52 anni -sottoponendo a sequestro un appartamento ubicato nello stesso comune ibleo, un’autovettura di grossa cilindrata e rapporti bancari e finanziari per il valore complessivo di circa 300.000 euro. 

Pericolosità sociale

Il provvedimento ablativo giunge al culmine di complesse e articolate indagini, che hanno consentito di evidenziare:

  • da un lato, la pericolosità sociale del soggetto proposto, concretamente sia sotto il profilo constatativo che in termini di attualità;
  • dall’altro, la sproporzione tra le risultanze reddituali ascrivibili a vario titolo allo stesso e al suo nucleo familiare e il complesso patrimoniale imputabile ovvero riconducibile al proposto anche attraverso la formale intestazione ai rispettivi familiari.

I precedenti

Riguardo alla pericolosità sociale, si evidenzia che il proposto si inquadra tra i soggetti nei cui confronti ricorrono specifici precedenti penali che ne delineano, tra le altre cose, l’appartenenza alla criminalità organizzata aretusea. In particolare, il proposto è stato condannato:

  • in data 24 luglio 1998, dalla Corte di Assise di Siracusa, alla pena di anni 2 di reclusione per il reato di associazione mafiosa, per aver fatto parte del clan diretto da Sebastiano Nardo e Antonio Aparo dal 1988 al 1996;
  • in data 13 gennaio 2003, dalla Corte di Appello di Catania, alla pena di anni 9 e mesi 6 di reclusione per il reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Entrambe le sentenze, emesse dai collegi giudiziari innanzi richiamati, erano divenute definitive: la prima, in data 1 febbraio 1999; la seconda, in data 31 marzo 2003.

Inoltre, la specifica connotazione criminale del proposto riveste carattere di attualità in quanto lo stesso è allo stato sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere, perché coinvolto in un recente procedimento penale sviluppato dalla DDA di Catania e culminato, durante la scorsa estate (luglio 2020), nell’operazione convenzionalmente denominata “San Paolo”, eseguita dall’Arma dei Carabinieri.

Le indagini patrimoniali

L’approfondimento di natura patrimoniale ha fatto emergere un’assoluta sperequazione reddituale del proposto e del rispettivo nucleo familiare per il periodo che va dal 2000 al 2018. In particolare, le indagini hanno permesso di riscontrare l’incapacità del nucleo familiare del proposto a far fronte agli impegni economici assunti. In tal senso, l’insieme dei redditi dichiarati e/o percepiti, confrontati con il valore dei beni acquistati e con le ulteriori uscite rilevate nel periodo temporale di riferimento, sono risultati assolutamente insufficienti a giustificare gli acquisti stessi dimostrando così un tenore di vita decisamente elevato ed incongruo rispetto alle possibilità.Le indagini sono state avviate di iniziativa dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Siracusa, anchea seguito di mirata attività informativa esono state sviluppate sotto la direzione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania.L’attività investigativa si è avvalsa dei più moderni sistemi informatici di ausilio alle investigazioni patrimoniali quali il software “Molecola”, creato dal Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata – S.C.I.C.O. nonché della “Dorsale Informatica”, ulteriore software creato secondo i moderni canoni di ingegnerizzazione informatica, di recente rilasciato dal Comando Generale della Guardia di Finanza.

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