Operazione Kerkent: la droga acquistata dai narcos calabresi vicini alla ndrangheta
Cocaina, hashish, marijuana e perfino ketamina che dalla Calabria giungevano fino alla Valle dei Templi. Era un vero e proprio accordo commerciale quello siglato dalla cosca agrigentina guidata da Antonio Massimino e alcuni narcos calabresi ritenuti “vicini” alla ndrangheta. Il tutto, secondo quanto emerge dall’operazione Kerkent, grazie all’intermediazione dell’ultras Andrea Puntorno, che di Massimino è […]
Cocaina, hashish, marijuana e perfino ketamina che dalla Calabria giungevano fino alla Valle dei Templi.
Era un vero e proprio accordo commerciale quello siglato dalla cosca agrigentina guidata da Antonio Massimino e alcuni narcos calabresi ritenuti “vicini” alla ndrangheta. Il tutto, secondo quanto emerge dall’operazione Kerkent, grazie all’intermediazione dell’ultras Andrea Puntorno, che di Massimino è parente in quanto la sorella ha sposato un fratello del boss.
Sono tutti originari del vibonese e considerati appartenenti alla famiglia di ndrangheta facente capo a Giuseppe Antonio Accorinti: si tratta di Gregorio Niglia, con precedenti per detenzione e spaccio; Francesco Romano, coinvolto nel 2011 nell’operazione Ghost; Domenico Mandaradoni, che annovera vicenda giudiziarie per droga, armi e omicidio; Lucia Sessa, che nel febbraio 2016, accompagnò ad Agrigento proprio Mandaradoni.
Grande significato, in tal senso, appare quanto avviene il 12.02.2016, data del viaggio di Sessa e Mandaradoni verso Agrigento. Il giorno dopo la “discesa” dei calabresi gli inquirenti monitorano grande fermento e scatta la perquisizione in uno dei depositi della “Calcestruzzi Villaseta”: i carabinieri sorprendono Giuseppe Messina intento a pesare e preparare delle dosi. Vengono sequestrati in questa occasione 3kg marijuana, mezzo kg di cocaina, 300g di sostanza da taglio, una pistola con matricola abrasa e diverse cartucce.
Altro importante episodio è quello del marzo 2016. I calabresi Gregorio Niglia e Francesco Romano raggiungono Agrigento e si recano in un’abitazione utilizzata da Antonio Massimino e consegnano ad una donna a lui vicino 400 grammi di ketamina e 67g di cocaina. Di contro, i calabresi tornavano con una cifra in contanti di 5900 euro.