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Congresso #diventeràbellissima, Musumeci: “No a sovranismo e senza Meloni e Salvini”

Libera per tutti alle Europee, «ma ogni dirigente e ogni iscritto si tenga davvero estraneo alla competizione altrimenti verrà cacciato», e un futuro nel centrodestra ma né con Matteo Salvini, né con Giorgia Meloni. Piuttosto fondatori, insieme ad altri, di un soggetto politico nuovo all’indomani delle elezioni del 26 maggio. Lo scrive Meridionews, con un […]

Pubblicato 5 anni fa

Libera
per tutti alle Europee, «ma ogni
dirigente e ogni iscritto si tenga davvero estraneo alla competizione
altrimenti verrà cacciato»,
e un futuro nel centrodestra ma né con Matteo
Salvini, né con Giorgia Meloni. Piuttosto fondatori, insieme ad altri, di un
soggetto politico nuovo all’indomani delle elezioni del 26 maggio.

Lo scrive Meridionews, con un pregevole articolo di Salvo Catalano, raccontando oggi il congresso di #diventeràbellissima (https://meridionews.it/articolo/75017/musumeci-ne-con-meloni-ne-con-salvini-futuro-e-al-centro-e-agli-alleati-chi-pensa-di-condizionarmi-e-miseria-umana/ )

È la
svolta resa esplicita dal presidente Nello Musumeci durante il congresso
regionale del suo movimento, Diventerà Bellissima, oggi a Catania. Una
posizione non condivisa integralmente da alcuni uomini forti del partito, a
cominciare dal senatore Raffaele Stancanelli. «Come può un movimento rispondere a chi ci chiede cosa fare per le
Europee, “non facciamo nulla”?
– ha detto l’ex sindaco di Catania
Dobbiamo essere partecipi alle elezioni
per essere partecipi alla creazione del nuovo soggetto politico».

Musumeci
affronta tutti i temi scottanti nel suo lungo intervento, a cominciare dalla
posizione di Diventerà Bellissima per le elezioni del 26 maggio. Che si lega al
futuro del movimento e al suo salto da soggetto regionale a nazionale.

«Abbiamo il dovere di non prendere posizione
alle Europee
– dice il governatore – lasciare liberi i nostri iscritti, non svendiamo la nostra autonomia,
né pensiamo di fare investimenti per capitalizzare un domani. Potremmo avere un
candidato in Forza Italia, nella Lega e in Fratelli d’Italia. Ma sarebbe una
cosa squallida».

Quindi
il pugno duro: «Ogni iscritto e ogni
dirigente è tenuto a tenersi estraneo dal fare campagna elettorale altrimenti
viene cacciato fuori, sarò inesorabile. Se invece il congresso dovesse decidere
altre cose, mi allineerò al mandato del congresso». A cui, più tardi, arriva la
replica di Stancanelli. «Se ognuno può fare come vuole non ci possono essere
valutazioni a posteriori, mi sembra contraddittorio».

Per
Musumeci il futuro sta in un nuovo soggetto politico nazionale, magari insieme
al governatore della Liguria Giovanni Toti, riempiendo lo spazio politico che
nel centrodestra è libero fuori dalla Lega. Uno spazio che sta al centro. «Se mi guardo a sinistra – comincia
l’analisi del presidente – vedo una
geografia frammentata, se mi guardo a destra vedo Fratelli d’Italia che rimane
inchiodato a una percentuale tra il 2,5 e il 5 per cento, significa che non ha
saputo aggregare larghe fasce di opinione che avrebbe dovuto aggregare».

Per
Musumeci non ci sono più debiti da saldare con Fdi: «Giorgia Meloni è stata generosa quando mi ha appoggiato, io non ho
dimenticato e alle Regionali abbiamo fatto due liste, poi alle Politiche
abbiamo dato il nostro miglior candidato, Stancanelli. Adesso siamo pari, non possiamo
esser debitori in eterno».

Musumeci
chiede di essere parimenti distanti anche dalla Lega, perché «non è la destra in cui mi sono riconosciuto
per tanti anni».
Parole a cui segue uno degli applausi più lunghi dalla
platea del congresso. «Ma con la Lega
abbiamo ancora un debito da saldare, morale e politico, perché Salvini è stato
generoso con noi».

Ecco
quindi che la prateria su cui il presidente vorrebbe correre sta al centro.

«C’è un grande vuoto, si chiama centro, area
cattolica, che non riesce più a esprimere le potenzialità di cui dispone. È
finita l’area di destra, è già occupata. Quando l’Udc non riesce a raggiungere
percentuali degne di questo nome in una terra che continua a essere
democristiana fino al midollo, bisogna chiedersi perché. Serve coprire
quest’area moderata, perché la gente preferisce l’originale alla fotocopia:
tant’è che cresce la Lega, non Fdi».

«Non allearsi, non confluire, non sostenere, ma
creare il nuovo soggetto politico
», queste le parole d’ordine
che si accompagnano alla posizione neutrale per le Europee, sostenuta anche dal
fedelissimo Ruggero Razza. «Se è vero che
le Europee sono un passaggio epocale, rimanendo neutrali saremmo tagliati fuori
dalla possibilità di costruire un nuovo soggetto politico? Io non la penso così
– afferma l’assessore regionale alla Sanità, replicando a distanza
all’opposta posizione di Stancanelli – un
centrodestra riorganizzato non può fare a meno dell’unico presidente di regione
eletto a Sud».

Durante
il congresso Musumeci ha tempo e modo anche per lanciare messaggi agli alleati
di governo, in particolare a quell’area autonomista che fa riferimento a
Raffaele Lombardo che invece ha stretto un’alleanza con Fratelli d’Italia per
le Europee che potrebbe anche cambiare gli assetti della maggioranza all’Ars.
Per poi aumentare il pressing su Musumeci.

«Il nostro problema – tuona
il governatore – non è l’opposizione, è
all’interno di una coalizione dove qualcuno non ha capito che siamo stati
eletti per determinare una rottura col passato. Sono impermeabile a ogni tipo
di segnale, diretto o indiretto, che mi mandano. Io il mio gruppo ce l’ho.
Quelli che pensano di condizionare il presidente della Regione per avere di
più, sono miserie umane».

Sullo
sfondo le battaglie di governo: la riconversione green dei poli petrolchimici («il nostro modello di sviluppo non può
essere quello della raffinazione di petrolio, mi dispiace per Confindustria e
per qualche sindacalista asservito alla logica dei petrolieri»; i
l ponte
sullo Stretto («vorrei che Salvini mettesse
la stessa passione che mette per dire sì alla Tav, anche per dire sì al Ponte,
invece non ha speso una parola
»); e rompe il silenzio anche sulla vicenda
della Sea Watch: «Non è certo la presenza
di 47 disperati su una nave a risolvere il problema, di navi e zattere ne
arriveranno ancora altre. Quando si muovono milioni di persone non ci sono muri
che possono fermarli. È nei paesi poveri che l’Europa deve investire. Le
università siciliane invece dovrebbero specializzarsi per ospitare gli studenti
che parlano l’arabo. Perché devono andare a Parigi? Perché non ci candidiamo a
essere noi l’Europa per loro?».

“Il no al sovranismo di Nello Musumeci è
una bellissima notizia che non mi sorprende perchè conosco e apprezzo da sempre
la sua lungimiranza e intelligenza politica”.

Così
Saverio Romano, leader dei Popolari in Sicilia.

“Sapere di poter contare, in prospettiva,
sull’apporto di Musumeci e del suo Movimento

prosegue Romano – nel progetto di
rafforzamento del Centro è cosa che mi riempie di entusiasmo perchè il nostro
Paese deve uscire dalla perversa spirale della demagogia populista e riprendere
il dialogo che è fatto di buon senso e di responsabilità. C’è uno spazio
politico da coprire e da presidiare ed è quello del Centro: serve l’apporto di
tutti coloro che non si riconoscono negli estremismi e nella propaganda
sovranista ed antieuropea. Rimbocchiamoci le maniche”.

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