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Coronavirus, Giusy Savarino: “Da questa crisi potremmo uscirne più forti”

Il virus incalza. Al punto in cui siamo le situazioni richiedono immediatezza molto più di prima. Come far “Diventare bellissima” la nostra Sicilia? “Questo è un momento emergenziale imprevisto e imprevedibile, il sistema sanitario grazie al lavoro del presidente Musumeci e dell’assessore Razza si sta attrezzando per il picco di epidemia con più posti a […]

Pubblicato 4 anni fa

Il virus incalza. Al punto in cui siamo le situazioni richiedono immediatezza molto più di prima. Come far “Diventare bellissima” la nostra Sicilia?

“Questo è un momento emergenziale imprevisto e imprevedibile, il sistema sanitario grazie al lavoro del presidente Musumeci e dell’assessore Razza si sta attrezzando per il picco di epidemia con più posti a pressione negativa e di terapia intensiva, sperando continuino a non essere utilizzati come adesso. Ma come dice il presidente l’epidemia economica è arrivata prima del picco dell’epidemia sanitaria, per questo sono già state deliberate alcune misure tra cui 100 milioni di euro destinati ai Comuni per la spesa alimentare delle famiglie bisognose, un fondo di 30 milioni dell’Irfis a sostegno delle imprese e il blocco dei mutui per Crias, Ircac ed Irfis, questo a bilancio invariato. Il governo regionale ha ritirato bilancio e legge di stabilità depositate in Ars prima dell’avvento del coronavirus, per lavorare ad un nuovo piano di ripresa economica coinvolgendo le opposizioni, che risponda ai nuovi bisogni e al rilancio che la Sicilia dovrà avere. Misure straordinarie da approvare prima possibile. Il confronto è già iniziato. Da questa crisi potremmo uscirne più forti con lo sforzo di tutti e se ci sarà serietà e senso di appartenenza ad una terra unica, prima ancora che ad un credo politico che va messo da parte”.

Nel dibattito regionale ha preso spazio questa riconversione degli ospedali.

“Il piano stilato è regionale ma risponde alle indicazioni dell’unità di crisi e degli esperti, sia sui numeri che sulle scelte prese, infatti è stato sollecitato prioritariamente il potenziamento e l’ampliamento di strutture già esistenti, è ovviamente più semplice e veloce aumentare i posti letto là dove una struttura è già attrezzata e ci sono già medici ed operatori sanitari. Paghiamo ritardi atavici ma onestamente nessuno era pronto ad un evento del genere, è andata in tilt la Lombardia, regione con una sanità esemplare, ed il piano a cui ha lavorato il governo Musumeci sta finora rispondendo perfettamente a tempistiche ed esigenze. Per fortuna la solidità del presidente Musumeci ha imposto restrizioni alla Sicilia con proprie ordinanze che hanno anticipato i provvedimenti del governo nazionale, spesso tentennante, che hanno notevolmente abbassato le previsioni di contagio degli esperti”.

Ad Agrigento manca il direttore generale dell’Asp, in un ambito dove si premiano ancora i manager che risparmiano sulla Sanità. Mancano medici e infermieri, numero chiuso nelle università, ricerca vattelapesca. Come mai c’è stata questa poco lungimiranza? Quando invertiremo questa tendenza?

“Ha ragione, con le limitazioni all’ingresso alle università e ancora minori posti di specializzazione si è creato un imbuto, con grave carenze, poi nelle province i nostri concorsi vanno spesso deserti. Razza ha più volte pressato il governo nazionale per aprire le maglie. Oggi hanno risposto ai bandi regionali dell’emergenza in molti, anche neo laureati che però non possono andare in terapia intensiva, so che stanno contrattualizzando ad Agrigento già una quarantina di infermieri, altrettanti Oss e pure ausiliari. I medici finora sono pochi, una ventina quelli in formazione e meno di dieci specializzati. Speriamo che questa emergenza lasci una sensibilità diversa e si abbandonino restrizioni ed economie imposte dal decreto Balduzzi”.

Una domanda fin troppo politica. Avremo una Italia formula Ungheria? Glielo chiedo perchè i suoi colleghi Salvini e Meloni non hanno battuto ciglio sul colpaccio di Orban.

“Beh, io sono cresciuta in una scuola politica che mi ha dato una formazione diversa, e le posso assicurare che spesso Musumeci è più democristiano di me. Anche se devo dirle che in un periodo di crisi e di emergenza avere una guida solida ed affidabile fa la differenza, incertezze e tentennamenti poi si pagano a caro prezzo. In quanti stiamo sentendo oggi la mancanza di Bertolaso a capo della Protezione civile? Quanti siciliani stanno apprezzando il decisionismo, rispettoso delle istituzioni, ma determinato di Musumeci? Certo da noi la democrazia non viene intaccata, in Ungheria, come in Cina è un’altra storia, purtroppo”.

Alla Lega è stata affidata  l’identità siciliana. Dovremo fare un corso di igiene mentale, forse? 

“Non è stato ancora deciso nulla”.

Questa levata di scudi sulla Germania ingrata verso noi che avevamo sorvolato sui debiti di guerra, andrete fino in fondo?

“Noi siamo europeisti convinti, ma se non ci sono gesti di solidarietà proprio in questi momenti tragici, l’Europa si riduce a lobby e burocrazia, e non è più neanche lontanamente l’Europa pensata da de Gasperi nel dopo guerra.  Rischia di implodere sui suoi errori”.

Tutti dicono che niente sarà più come prima. Se lei condivide questa previsione quale lezione dobbiamo imparare maggiormente?

“Questa emergenza sta facendo emergere il meglio e il peggio di ognuno di noi. Stiamo assistendo a grandi gesti di generosità, donazioni di ogni tipo, sacrifici di medici, operatori sanitari e di quanti lavorano per noi, rischiando la vita. Tanti siciliani sono rimasti al nord chiusi in monolocali, per non mettere a rischio noi, rispettosi dei divieti. E stiamo vedendo meschinità di chi si sente invulnerabile, di chi scappa, di chi si nasconde, di chi sulle paure specula economicamente e anche politicamente, una vergogna. C’è chi come me ogni giorno è di supporto al governo e ai dirigenti sanitari per trovare soluzioni ai tanti problemi che emergono, senza farne strombazzati comunicati stampa, oggi è tempo di serietà e rispetto delle istituzioni. Ci sono troppi protagonismi che finiscono col confondere la gente e creare pericoloso allarmismo. Il lavoro silenzioso e onesto dei siciliani non verrà dimenticato, io vi assicuro farò di tutto perché nessuno dimentichi”

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