Politica

 Migranti, il cardinale Montenegro: “Blocco navale? Come voler fermare il vento”

E' quanto dichiara a Repubblica il cardinale Francesco Montenegro, già arcivescovo di Agrigento, che nel 2013 accompagnò il papa a Lampedusa

Pubblicato 3 mesi fa

“I blocchi non cambieranno niente. Il vento lei riesce a fermarlo? Ci commuoviamo giustamente per un neonato morto, ma dovremmo commuoverci per ogni persona che muore. Da allora, quando il Papa gettò con forza sul tavolo la carta dei migranti, non credo che si sia fatto tutto quello che si poteva fare”. E’ quanto dichiara a Repubblica il cardinale Francesco Montenegro, già arcivescovo di Agrigento, che nel 2013 accompagnò il papa a Lampedusa.

“Rifiuto il termine emergenza – dice ancora – è vero che adesso è un momento particolare ma si tratta ormai di un fatto strutturale. La situazione non cambierà perché in Africa la situazione non sta cambiando. Stiamo dicendo loro ‘statevene a casa’ ma casa loro è inabitabile. Ci dobbiamo convincere che è iniziato un futuro multietnico, multireligioso e multiculturale. Non è come 50 anni fa”. “Come battuta dico che Ue è una Unione degli egoismi – aggiunge il cardinale – Ora la Francia ha messo i soldati, domani noi mettiamo i carri armati, e così diventa un problema di pubblica sicurezza. Ma quando si spostano i popoli è il mondo che sta cambiando. Può far paura e la paura si può superare. Abbiamo accolto gli ucraini senza problemi perché erano come noi. Il diverso, diverso per colore della pelle, se ne deve stare dov’è?” “L’Italia da sola non può sopportare tutto il peso – conclude – ma se ci si organizza i numeri non sono spaventosi. Tra 20 anni se vogliamo muscoli, braccia e cervelli saremo noi a dire: non abbiamo più giovani, venite ad aiutarci perché non ce la facciamo”.

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