Politica

Zes: in Sicilia 110 milioni per undici aziende

La Cisl ha incontrato l'assessore regionale Tamajo e i vertici delle due Zes dell'Isola

Pubblicato 3 anni fa

Undici aziende per altrettanti investimenti. Per un totale di risorse disponibili che si aggira, per la Sicilia nel complesso, sui 110 milioni di euro. A tre anni dall’istituzione con disposizioni nazionali. E a quasi un anno dal via effettivo in Sicilia, è questo forse il dato economico più significativo sull’impatto nella regione delle due Zone economiche speciali, dell’est e dell’ovest dell’Isola. Un bilancio che però si articola in diverso modo sui due fronti. Ammontano a una decina i milioni che nei prossimi anni si riverseranno sul territorio della Zes occidentale, dove tre “autorizzazioni uniche” all’investimento sono già state rilasciate e altre quattro, fanno sapere dalla Zes, sono prossime a partire. Sono oltre 100 i milioni che saranno impiegati nella Zes dell’altro versante siciliano dalle otto imprese autorizzate. Ma qui sono 37 le domande di insediamento agli atti. Per tutti tempo massimo dell’investimento agevolato: sette anni prorogabili per altri sette, con obbligo di non lasciare il territorio della Zona. Insomma, “è una chance da cogliere al volo. Ma siamo ai primi vagiti. E dobbiamo fare di tutto perché il neonato ce la faccia”, commentano alla Cisl siciliana che oggi ha tenuto un meeting sul tema “Le Zes in Sicilia: opportunità, strategie, sviluppo”. L’incontro ha messo a confronto il sindacato con l’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo. E con i vertici delle due Zes, del mondo delle imprese e delle istituzioni di governance delle tre aree portuali dell’Isola. “Con un tasso di occupazione che in Sicilia si aggira sul 43 per cento, dato più basso anche di quello del Mezzogiorno (47,5), perdere questo treno, che non sarà eterno. Ma che passa ora assieme all’altro, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sarebbe per la Sicilia un grave errore”, affermano Sebastiano Cappuccio e Paolo Sanzaro, segretario generale e componente di segreteria della Cisl Sicilia. E a proposito di Pnrr, le risorse che il piano Ue mette a disposizione delle Zes del Mezzogiorno ammontano complessivamente a 630 milioni. Il budget per l’Isola è stato definito in 118 milioni. Così ripartiti: 56,8 a favore della Zona economica speciale della Sicilia Occidentale; 61,4 da spendere in quella Orientale. Per l’assessore regionale alle Attività produttive, Tamajo, le Zes sono uno snodo strategico. Per questo “puntiamo a potenziarne l’azione in termini di nuovo personale e sul piano della comunicazione”. E quanto alla Zes della Sicilia occidentale, anche allargandone l’area. “Entro quest’anno – ha annunciato – la costa sud del palermitano, e il territorio di Brancaccio in particolare, saranno ricompresi nella Zona”. “Ci stiamo lavorando assieme ai vertici della Zes”. Secondo i due commissari straordinari, Carlo Amenta (Ovest) e Alessandro Di Graziano (Est), è fondamentale la logica di sistema. Inoltre, il primo ha insistito sulla “necessità, in questa prima fase, di incrementare la dotazione infrastrutturale delle Zes”. Per far questo, ha detto, “stiamo sviluppando un modello di cooperazione con le istituzioni locali che consenta a queste di sfruttare i poteri straordinari dei commissari per procedere alla realizzazione di opere di fondamentale importanza”. Di Graziano ha indicato la questione delle opere di urbanizzazione primaria come uno dei primi nodi da sciogliere. “Ci stiamo lavorando anche grazie ai fondi del Pnrr”. Poi c’è tutta la questione dell’internazionalizzazione dello sviluppo. E al riguardo, ha informato che “a giugno è nato lo sportello digitale. È uno strumento di rilievo. Perché qualunque impresa, da qualunque parte del mondo, se interessata può presentare on line la propria domanda”.

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