Porto Empedocle

Brucia cassonetti per estorcere denaro ad azienda empedoclina: il racconto in aula

Battute iniziali, dopo l’apertura del dibattimento nel dicembre scorso, del processo a carico di Calogero Sanfilippo, 71 enne empedoclino finito sul banco degli imputati con l’accusa di estorsione. Questa mattina primi testi in aula chiamati a deporre dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo Michelangelo Padova. Si tratta di medici, operatori di polizia […]

Pubblicato 4 anni fa

Battute iniziali, dopo l’apertura del dibattimento nel dicembre scorso, del processo a carico di Calogero Sanfilippo, 71 enne empedoclino finito sul banco degli imputati con l’accusa di estorsione. Questa mattina primi testi in aula chiamati a deporre dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo Michelangelo Padova. Si tratta di medici, operatori di polizia giudiziaria e testimoni oculari che, in qualche modo, hanno avuto a che fare con la vicenda. In quasi tutti i casi, più che ad una vera e propria escussione testimoniale, si è proceduto all’acquisizione (con il consenso delle parti) dei verbali a sommarie informazioni precedentemente redatti. Non tutti. Unica eccezione è stata fatta per il cognato dell’imputato che, nonostante il diritto ad avvalersi della facoltà di non rispondere in quanto prossimo congiunto del 71enne, ha comunque voluto rendere esame: “La macchina segnalata dai testimoni alle forze dell’ordine è intestata a me formalmente ma era in uso a mia figlia. Mio cognato mi chiese di prestargliela per qualche giorno in seguito al furto della sua autovettura. Poi sono venuto a sapere che mio cognato era ricoverato per delle ustioni in ospedale e che i carabinieri lo cercavano”. 

La vicenda risale al 2011 quando Sanfilippo si sarebbe reso protagonista di una serie di atti incendiari “accompagnati” da avvertimenti: in un primo caso riuscì a bruciare ben 35 cassonetti dei rifiuti mentre in un secondo episodio provò a incendiare un panificio.Le chiamate con cui l’imputato chiedeva soldi affinché interrompesse le azioni criminose erano rivolte ad uno dei responsabili del servizio di nettezza urbana del paese. Il processo si sta celebrando davanti i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara. Si torna in aula il 20 maggio. 

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