Giudiziaria

Girgenti Acque, inchiesta archiviata per 38 persone

Escono di scena dall'inchiesta 38 persone

Pubblicato 12 mesi fa

Il gip del tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, ha disposto l’archiviazione dell’inchiesta a carico di 38 indagati della maxi inchiesta sulla rete di asservimento e corruzione che sarebbe stata allestita dall’ex presidente di Girgenti Acque, Marco Campione.

L’ipotesi della procura e’ che il potentissimo imprenditore, potendo contare su centinaia di posti di lavoro connessi alla gestione del servizio idrico nell’Agrigentino, avesse messo in piedi una vera e propria organizzazione a delinquere, composta da professionisti, forze dell’ordine, pubblici funzionari, big della politica, uomini delle istituzioni o semplici faccendieri che, in cambio di un’occupazione per amici e familiari, talvolta pure di un co.co.co. da 500 euro al mese, avrebbero asservito la propria funzione – professionale o istituzionale – a Campione. Il patron di Girgenti Acque, quindi, avrebbe potuto beneficiare di favori, omessi controlli e trattamenti privilegiati che andavano dalla rivelazione di notizie segrete da parte delle forze dell’ordine alle campagne di stampa a senso unico fino all’insabbiamento del provvedimento amministrativo prefettizio che avrebbe fatto fallire la sua azienda. Il pool di pm agrigentini, coordinati dal procuratore facente funzioni Salvatore Vella, ha chiesto da tempo il rinvio a giudizio di 47 persone e l’udienza preliminare e’ arrivata alla fase decisiva.

La posizione di altri 38 indagati e’ stata, adesso, archiviata su richiesta degli stessi magistrati che hanno ritenuto non provata la partecipazione al sodalizio criminale. Nella lista ci sono alcuni “big” della politica nazionale come Riccardo Gallo, Angelo Capodicasa e Vincenzo Fontana, l’alto magistrato Raffaele De Lipsis e Angelo Alfano, insegnante in pensione padre dell’ex ministro Angelino. E poi ancora l’ex sindaco e deputato regionale Giovanni Panepinto, presidenti o ex presidenti di enti pubblici come Pietro Leto e Calogero Piro, gli avvocati Giuseppe Scozzari, Arnaldo Faro e Giancarlo Rosato e i giornalisti Franco e Lelio Castaldo.

Un grosso filone dell’indagine e’ relativo alle assunzioni: in alcuni casi il gip ha ritenuto che i politici, i funzionari e il padre dell’ex ministro Alfano avessero pressato o gestito in prima persona numerosi posti di lavoro per i loro “raccomandati”. Non essendoci, pero’, riscontri certi in merito ad eventuali contropartite non si configura alcuna corruzione e, in generale, alcun reato. (AGI)

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