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Inchiesta Vultur, in aula la testimonianza di una delle vittime del racket

E’ ripreso questa mattina il processo, che si celebra davanti la quarta sezione penale della Corte d’Appello di Palermo, scaturito dall’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Agrigento denominata “Vultur” che ha fatto luce sulla famiglia mafiosa di Camastra e su un giro di racket imposto ad una ditta di onoranze funebri del paese. In aula […]

Pubblicato 4 anni fa

E’ ripreso questa mattina il processo, che si celebra davanti la quarta sezione penale della Corte d’Appello di Palermo, scaturito dall’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Agrigento denominata “Vultur” che ha fatto luce sulla famiglia mafiosa di Camastra e su un giro di racket imposto ad una ditta di onoranze funebri del paese.

In aula la testimonianza di Bruno Forti, uno dei proprietari della ditta di onoranze funebri del paese vittime dei tentativi di estorsione da parte del clan. In primo grado il collegio di giudici presieduto da Luisa Turco, oggi Gip presso il Tribunale di Agrigento, condannò alla pena di 17 anni e 6 mesi Rosario Meli, alias “U puparu”, considerato il capo della famiglia mafiosa di Camastra; 14 anni e 6 mesiper il figlio Vincenzo mentre 13 anni e 6 mesi sono stati inflitti al tabaccaio del paese Calogero Piombo ritenuto il cassiere della famiglia mafiosa di Camastra. Condanna anche per Lillo Di Caro, esponente di rilievo della mafia di Canicattì, a cui sono stati inflitti 22 anniin continuazione e che assorbe dunque le condanne a 14 anni nel procedimento “Alta Mafia”.

Si torna in aula il 21 maggio per la requisitoria del procuratore generale e la discussione degli avvocati di parte civile. Poi sarà la volta delle arringhe della difesa. Il collegio delle difese è composto dagli avvocati Angela Porcello, Santo Lucia, Raffaele Bonsignore, Giuseppe Barba, Antonino Reina e Calogero Fiorello.

1 commenti
Un pensiero su "Inchiesta Vultur, in aula la testimonianza di una delle vittime del racket"
  1. acciaio ha detto:

    ittati li chiavi

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