Giudiziaria

La droga della piazza di spaccio di San Cristoforo, 39enne di Grotte ai domiciliari 

L’uomo era stato arrestato nelle scorse settimane nell’operazione Locu

Pubblicato 2 settimane fa

Il tribunale del Riesame, accogliendo parzialmente il ricorso avanzato dagli avvocati Alfonso Neri ed Evelyna Di Maggio, ha sostituito la misura cautelare della custodia in carcere con quella meno afflittiva dei domiciliari nei confronti di Salvatore Di Maggio, 39 anni, di Grotte. L’uomo era stato arrestato nelle scorse settimane nell’operazione Locu, il blitz che ha smantellato la fiorente piazza di spaccio di San Cristoforo a Catania, riconducibile all’articolazione del clan mafioso Cappello-Bonaccorsi.

Di Maggio è ritenuto uno dei principali acquirenti di droga, destinata alle piazze di spaccio della provincia di Agrigento, del “cartello” capeggiato attualmente da Domenico Querulo, detto “Domenico da za’ Lina”, e composto, tra gli altri, anche da Filippo Crisafulli, detto “Candeggina”, i quali avrebbero agito con la collaborazione di Francesco Maugeri, “Ciccio a pa’”, Biagio Querulo, “Gino da za’ Lina”, e Francesco Grillo. A Di Maggio, inteso “Totò”, viene contestato l’acquisto di svariate partite di sostanza stupefacente del tipo cocaina, marijuana–skunk e hashish, tra cui due distinte partite da 1 kg di cocaina ciascuna, due distinte partite da 1 kg di marijuana – skunk del tipo amnesia ciascuna ed una partita da 1,5 kg di hashish, tra marzo e giugno 2021.  

Diversi gli incontri e i contatti telefonici documentati dalla Polizia di Stato tra l’agrigentino e il “cartello della droga” capeggiato da Querulo. Il primo risale al marzo 2021. Dalle indagini è emerso un vero e proprio listino prezzi della sostanza stupefacente: 40.000 euro al kg per la cocaina, 4.500 euro al kg per l’hashish e 8.000 euro al kg per la marijuana del tipo amnesia. Qualora la richiesta fosse stata superiore ai 10 chili il prezzo sarebbe stato di favore. Le comunicazioni dovevano essere sicure. Per questo motivo il gruppo aveva fornito a Di Maggio un telefono  “citofono”, ovvero un apparato cellulare con associata una SIM card Lycamobile con intestatario fittizio da utilizzare esclusivamente per i loro contatti finalizzati alla compravendita di sostanze stupefacenti. Le indagini hanno poi portato alla luce anche la consegna di una partita di sostanza stupefacente avvenuta il 14 giugno 2021. La droga, occultata nella ruota di scorta di una Lancia noleggiata alcuni giorni prima, era stata consegnata a Canicattì. Ad occuparsi del viaggio erano stati Francesco Maugeri e Filippo Crisafulli. 

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