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Mafia e massoneria a Licata, al via processo “Assedio”: Cgil si costituisce parte civile

Si è aperto questa mattina, davanti i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Alfonso Malato con a latere Alessandro Quattrocchi e Giuseppa Zampino, il processo scaturito dalle maxi operazioni Assedio e Halycon – riunite adesso in un unico filone – che avrebbe fatto luce su intrecci pericolosi tra mafia, massoneria […]

Pubblicato 4 anni fa

Si è aperto questa mattina, davanti i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Alfonso Malato con a latere Alessandro Quattrocchi e Giuseppa Zampino, il processo scaturito dalle maxi operazioni Assedio e Halycon – riunite adesso in un unico filone – che avrebbe fatto luce su intrecci pericolosi tra mafia, massoneria e politica a Licata. 

Sul banco degli imputati siedono nove persone che hanno scelto la via del rito ordinario: si tratta di Giovanni “il professore” Lauria, 80 anni, ritenuto elemento apicale del clan licatese; Angelo Bellavia, 66 anni; Antonino Cusumano, 44 anni; Antonino Massaro, 62 anni; Marco Massaro, 36 anni; Alberto Riccobene, 48 anni; Salvatore Patriarca, 42 anni; Gabriele Spiteri, 47 anni, e Vincenzo Spiteri, 53 anni. Stralciata la posizione dell’ex consigliere comunale di Licata, Giuseppe Scozzari,finito sotto inchiesta con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. 

Le parti, dopo l’apertura del dibattimento, hanno chiesto i mezzi di prova quali escussione dei testimoni in lista, l’esame degli imputati qualora lo ritenessero opportuno e la trascrizione delle intercettazioni. Questa mattina c’è stata anche la richiesta, accolta dal collegio dei giudici, di costituzione di parte civile della Cgil di Agrigento, rappresentata dall’avvocato Floriana Salamone. 

In tutto sono venti le persone a processo: dieci hanno scelto la via dell’ordinario mentre la restante metà segue il rito abbreviato che procede più speditamente e riprenderà il prossimo 19 ottobre.

Giovanni “il professore” Lauria, 80 anni, ritenuto elemento apicale del clan licatese, è una delle figure principali dell’intero procedimento. E’ accusato di associazione mafiosa. Così come i licatesi Gabriele Spiteri, 47 anni, e Vincenzo Spiteri, 53 anni, con i ruoli di partecipi all’associazione. Sono accusati di favoreggiamento, invece, Antonino Massaro, 61 anni di Licata, e Marco Massaro, 36 anni di Licata: secondo gli inquirenti avrebbero aiutato gli indagati ad eludere i controlli delle forze di polizia come nel caso dell’avvertimento dell’istallazione di una microspia nell’auto di una delle persone coinvolte. A processo anche Salvatore Patriarca, 42 anni di Vittoria. Per gli inquirenti avrebbe detto il falso negando di aver avuto rapporti con esponenti mafiosi quando – dalle indagini – sarebbero emersi ripetuti contatti con Mugnos e Lauria per tramite dell’esponente famiglia mafiosa di Caltagirone, Cosimo Ferlito. Stessa ipotesi di reato viene anche contesta ad Alberto Riccobene, 53 anni di Palma di Montechiaro.

Nel filone dell’abbreviato, invece, le figure principali sono il boss Angelo Occhipinti, 66 anni, considerato uno dei vertici del clan mafioso di Licata, e Lucio Lutri, funzionario regionale e massone, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il collegio delle difese è composto, tra gli altri, dagli avvocati Angela Porcello, Giovanni Castronovo, Santo Lucia, Giuseppe Martorana, Angelo Balsamo, Lillo Fiorello, Giuseppe Di Peri, Giuseppe Rapisarda. L’accusa è rappresentata in aula dal sostituto procuratore della Dda di Palermo, Alessia Sinatra. Si torna in aula il 12 novembre per l’audizione dei primi testi. 

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