“Non si è riappropriato del bene confiscato”, assolto imprenditore favarese
L’uomo, coinvolto nell’inchiesta Camaleonte sulla mafia agrigentina, è stato assolto dall’accusa di aver tentato di riappropriarsi di un bene che gli era stato confiscato
Il giudice monocratico del tribunale di Agrigento, Fulvia Veneziano, ha assolto “perchè il fatto non sussiste” Stefano Morreale, cinquantenne, imprenditore di Favara. L’uomo era accusato di aver tentato di eludere la normativa antimafia cercando di rientrare in possesso di un immobile che gli era stato confiscato. La vicenda scaturisce dalla denuncia di un amministratore giudiziario all’inizio del 2021. In particolare, secondo l’accusa, Morreale avrebbe cambiato il lucchetto del cancello dello stabile mettendo anche quattro cani da guardia all’ingresso. La difesa, sostenuta dall’avvocato Giuseppe Barba, ha invece sostenuto che Morreale avesse soltanto cercato di preservare il bene e la sua intenzione non era quella di riappropriarsene.
Per il tribunale di Agrigento il fatto non sussiste anche perché a Morreale era stata applicata la misura della confisca e non quella dell’amministrazione giudiziaria dei beni personali. Stefano Morreale è stato arrestato nel 2007 nell’operazione antimafia Camaleonte, una indagine scaturita dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Di Gati che ha fatto luce sulla rete di fiancheggiatori del boss e capo di cosa nostra provinciale Giuseppe Falsone. Per questi fatti il favarese è stato condannato.