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Processo d’Appello Montagna: prosegue l’audizione del collaboratore Quaranta

Oltre Quaranta verranno sentiti anche altri due collaboratori di giustizia

Pubblicato 3 anni fa

Nuova udienza del processo d’Appello scaturito dalla maxi inchiesta antimafia denominata “Montagna”. Questa mattina è ripresa la deposizione-fiume del collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta, principale teste dell’accusa, che ha deciso di collaborare con l’autorità giudiziaria proprio all’indomani del suo arresto nell’ambito di questa operazione.

Una deposizione che durerà ancora qualche udienza anche alla luce dell’acquisizione dei verbali resi dallo stesso e depositati nel processo ordinario in corso davanti la prima sezione penale del Tribunale di Agrigento. Oltre Quaranta verranno sentiti anche altri due collaboratori di giustizia: si tratta di Concetto Errigo e Carmelo Battaglia, ex esponenti della famiglie mafiose del ragusano.

Quarantacinque gli imputati nel processo d’Appello: Adolfo Albanese, Carmelo Battaglia, Giuseppe Blando, Vincenzo Cipolla, Antonio Cordaro, Franco D’Ugo, Santo Di Dio, Salvatore Di Gangi, Angelo Di Giovanni, Vincenzo Dolce, Francesco Drago, Concetto Errigo, Pasquale Fanara, Daniele Fragapane, Francesco Fragapane, Raffaele Fragapane, Giovanni Gattuso, Alessandro Geraci, Angelo Giambrone, Francesco Giordano, Roberto Lampasona, Raffaele La Rosa, Antonio Licata, Calogero Limblici, Calogero Maglio, Vincenzo Mangiapane, Domenico Maniscalco, Antonio Maranto, Pietro Masaracchia, Giuseppe Nugara, Vincenzo Pellettieri, Salvatore Puma, Luigi Pullara, Calogero Quaranta, Giuseppe Quaranta, Pietro Reina, Calogero Sedita, Giuseppe Luciano Spoto, Massimo Spoto, Vincenzo Spoto, Gerlando Valenti, Stefano Valenti, Giuseppe Vella,Antonino Vizzì.

In primo grado sono state 35 le condanne e 19 le assoluzioni. la pena più alta è stata inflitta proprio al rampollo di Santa Elisabetta: 20 anni in virtù del rito abbreviato. Insieme a lui sono state condannate altre 34 persone che – in linea di massima – confermano l’impianto accusatorio sostenuto in aula dai pm della Dda di Palermo Geri Ferrara, Claudio Camilleri e Alessia Sinatra coordinati dall’aggiunto Paolo Guido. Pesanti condanne nei confronti di Giuseppe Nugara (19 anni e 4 mesi), considerato il boss di San Biagio Platani e da mesi ormai in regime di 41 bis; 19 anni e 8 mesi a Giuseppe Luciano Spoto, di Bivona, alla guida per un periodo dell’intero mandamento; 17 anni al “vecchio” boss di Sciacca Salvatore Di Gangi; 14 anni a Nino Vizzì, meccanico di Raffadali considerato a capo della locale famiglia. 10 anni e 8 mesi per Raffaele Fragapane, cugino di Francesco, che lo avrebbe sostituito per un periodo alla guida della famiglia di S.Elisabetta mentre 6 anni sono stati inflitti all’altro cugino Daniele, calciatore che vive in Belgio, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.Diciannove, invece, le assoluzioni molte delle quali “eccellenti”. La più eclatante è sicuramente quella di Pasquale Fanara, per il quale sono stati chiesti 20 anni di carcere per essere il presunto capo della famiglia mafiosa di Favara, e che invece è stato assolto e immediatamente scarcerato.Fra le assoluzioni anche quella di Angelo Giambrone, figlio di Calogerino che era considerato il boss di Cammarata e per questo messo al regime di carcere duro dove è deceduto negli scorsi mesi, e di Domenico Maniscalco, imprenditore di Sciacca. Pesanti condanne anche nei confronti di Luigi Pullara e del cognato Angelo Di Giovanni (10 anni e 8 mesi); ritenuti colpevoli, ma soltanto di concorso esterno in associazione mafiosa, i fratelli Stefano e Gerlando Valenti e per questo condannati a 6 anni e 8 mesi di reclusione (la procura chiedeva 20 anni per il primo mentre 15 anni per il secondo). Condanne anche per Calogero Limblici (16 anni) e Giuseppe Vella (12 anni e 8 mesi). Per quanto riguarda il traffico degli stupefacenti, che per un periodo sarebbe stato diretto dal collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta (condannato a 8 anni in virtù dei benefici della collaborazione), è stato condannato il figlio Calogero (4 anni e 20 giorni), Antonio Licata (4 anni e 20 giorni) mentre è stato assolto Stefano Di Maria. Calogero Maglio, favarese, è stato condannato a 4 anni e 8 mesi (richiesta 12 anni, caduta l’associazione mafiosa)   Assolti Giuseppe Blando e  l’imprenditore Salvatore Vitello, proprietario di una ferramenta, accusato di favoreggiamento aggravato. 

Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Antonino Gaziano, Giovanni Castronovo, Angela Porcello,  Salvatore Manganello, Giuseppe Barba, Salvatore Virgone, Maria Alba Nicotra, Giuseppe Oddo, Angelo Nicotra, Rosalia Palumbo Piccionello, Giuseppe Sodano, Graziana Vella, Tanja Castronovo. Si torna in aula il 30 dicembre.

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