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“Uccisero connazionale dopo lite”: arringa difensiva nel processo d’Appello

Si è svolta ieri un’udienza del processo di appello inerente l’omicidio dell’agricoltore trentasettenne Costantin Pinau, avvenuto a Naro nell’estate del 2018. Dopo le richieste l’ultima udienza, con la richiesta del sostituto procuratore generale Maria Teresa Maligno, secondo la quale non ci sono dubbi sul fatto che Vasile Lupascu, 45 anni, e il figlio Vladut Vasile […]

Pubblicato 4 anni fa

Si è svolta ieri un’udienza del processo di appello inerente l’omicidio dell’agricoltore trentasettenne Costantin Pinau, avvenuto a Naro nell’estate del 2018.

Dopo le richieste l’ultima udienza, con la richiesta del sostituto procuratore generale Maria Teresa Maligno, secondo la quale non ci sono dubbi sul fatto che Vasile Lupascu, 45 anni, e il figlio Vladut Vasile Lupascu, 20 anni, siano gli autori del brutale omicidio, compiuto a colpi di zappa e spranga.

Il pg ha chiesto ai giudici della Corte di assise di appello di Palermo, presieduta da Mario Fontana, di non modificare il verdetto di primo grdo che infliggeva 30 anni di reclusione – pena peraltro ridotta di un terzo per il giudizio abbreviato – ai due imputati. L’omicidio, al quale avrebbe partecipato pure Anisoara Lupascu, 40 anni (moglie e madre degli altri imputati, condannata a 22 anni nell’altro stralcio del processo) avvenne l’8 luglio del 2018 davanti all’abitazione della vittima.

 I due imputati, di origini rumene come la vittima, in primo grado sono stati condannati anche a pagare una provvisionale, vale a dire un anticipo del risarcimento del danno, di 60 mila euro ciascuno alla moglie e ai tre figli di Pinau che si sono costituiti parte civile con l’assistenza degli avvocati Francesco Scopelliti, Vito Cangemi e Giovanni Salvaggio che, questa mattina, hanno illustrato le loro arringhe chiedendo la conferma della condanna. L’accusa di tentato omicidio, contestata ai due imputati, ai danni della moglie di Pinau, colpita a sua volta nel tentativo di difendere il marito, gia’ in primo grado e’ stata riqualificata da tentato omicidio a lesioni. La circostanza, insieme alla scelta del giudizio abbreviato, ha evitato ai due imputati la condanna all’ergastolo.

I difensori, gli avvocati Diego Giarratana e Salvatore Pennica, hanno illustrato la loro arringa proprio ieri. Secondo i due avvocati “non ci sono testimoni oculari che confermano quanto accaduto quella sera, di conseguenza la ricostruzione potrebbe essere diversa”. Inoltre, continuano i legali, “Non solo non vi è la prova della premeditazione, ma neppure quella della volontarietà”.

Ora la Corte si ritirera’ in camera di consiglio ed emettera’ la sentenza.

La ricostruzione dell’episodio sembrava chiara dopo poche ore il fatto. L’agguato, avvenuto sotto casa della vittima, sarebbe scattato dopo una serie di litigi scanditi, sembrerebbe, da aggressioni e denunce reciproche. Pare in particolare – secondo quanto hanno raccontato alcuni testi in aula – che, poco prima dell’omicidio, Costantin avesse rotto uno specchietto all’auto di Lupascu, che, insieme al figlio e alla moglie, avrebbe organizzato una rappresaglia: i tre, armati di zappa, coltello e spranga avrebbero brutalmente pestato i coniugi, colpendo soprattutto Costantin che mori’ poco dopo mentre la donna, che cerco’ di difendere il marito, sarebbe stata colpita al braccio e riporto’ la frattura.

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