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Aspettando il “treno della Dolce vita”

Conversazione nella “Sicilia agrigentina” di Diego Romeo con Paolo Cilona

Pubblicato 2 anni fa

Per l’aeroporto di Agrigento abbiamo notato un certo risveglio da parte di comitati spontanei.

Non una voce autorevole della politica agrigentina si è levata a sostegno dell’iniziativa aeroportuale sulla quale, è bene ricordare, esiste una legge, progetti e impegni di spesa (già ….spesa). Vorrei ricordarti anche come Agrigento sia sempre rimasta tagliata fuori dalle lobby turistiche“dell’asse Palermo-Catania”. Il mio riferimento va all’ultima intervista di Giorgio Bocca al generale Dalla Chiesa (una settimana prima della sua uccisione) che suggeriva di guardare in senso investigativo agli accordi e agli spostamenti affaristici di quell’asse. Che ancora evidentemente imperversa. E noi ancora qui ad aspettare il “Treno della Dolce vita” e guardare con raccapriccio la mentalità da lenocinio dei nostri amministratori che pagano 35 mila euro per ottenere la “promozione turistica” dei nostri paesaggi in “Makari”. Le nostre bellezze sono diventate una sorta di “escort”? Mentalità ricorrente in altri luoghi come Firenze con Palazzo Pitti o Ponte Vecchio “sporcati” dagli sponsor che fanno inorridire critici come Tomaso Montanari.

L’aeroporto da sempre non è mai entrato nella volontà politica della classe parlamentare. Tutti i deputati agrigentini hanno recitato la parte di colui non sente, non vede e non parla. Più che attori primari di un grande progetto di sviluppo sono sempre stati totalmente estranei e nei pochi casi di possibile attuazione come per il caso di Racalmuto hanno remato contro al punto di restituire la metà del finanziamento dell’opera al presidente della Regione Lombardo che ha utilizzato 35 milioni di euro per infrastrutture nella provincia di Catania. L’esempio più eclatante è stato quello di Mannino, il quale da ministro dei trasporti non tenne in alcuna considerazione una legge dello Stato la 111/1971 che autorizzava la costruzione di un aeroporto nella fascia centromeridionale della Sicilia. In breve questa è la storia”.

Dopo i chiarimenti dell’assessore Marco Vullo, hai notizie di un qualche dibattito in Consiglio comunale per chiarire gli aspetti dei recenti acquisti di Suv?

“In verità dopo la conferenza stampa il consigliere comunale Nello Hamel ha preso l’iniziativa per un confronto sull’argomento.  Presumo che con molta probabilità l’argomento sull’acquisto dei Suv da parte del Comune sarà sottoposto all’esame del Consiglio comunale. Una cosa è certa, che finalmente la politica si riappropria del dibattito per confrontarsi sui problemi reali della città. Fra non molto sapremo della vicenda e  tante nuove spigolature dall’assessore Vullo”.

Del muro cadente ( e caduto) di via San Vito che notizie ci sono?

“Non abbiamo notizie. Quel che si vede è solo la transennatura della parte pericolante. Ciò non basta. Occorre avviare con assoluta celerità alla progettazione dell’opera di contenimento per poi proseguire, dopo il relativo finanziamento, alla gara d’appalto. Non possiamo e non vogliamo trovarci di nuovo nella stagione delle piogge. Allora fa bene il tuo giornale a sollecitare la definizione del grave problema”.

Secondo te i vasi fioriti delle festività natalizie che fine faranno?

“L’efficienza di una amministrazione si vede principalmente dalle piccole cose. I vasi con le piante di Natale hanno dato un tocco di eleganza urbana e soprattutto di avere migliorato la cornice natalizia. Ora sono più di venti giorni dalla fine delle festività che i vasi sono privi dei fiori. Allora cosa fare? Semplice, riportarli nei depositi comunali o usarli con la collocazione di nuovi fiori. Staremo a vedere”.

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