Le Province siciliane fanno a gara nel mantenere le ultime posizioni
Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella Sicilia agrigentina
Il rigassificatore di Piombino è stato bocciato. Sono state accolte le istanze della popolazione. Nel caso si dirottasse il rigassificatore a Porto Empedocle la città saprebbe reagire?
“No. La nostra indole è quella di accogliere il mostro, in cambio di un piatto di lenticchie. Sono molto preoccupato anche perché non c’è una classe politica all’altezza del ruolo e delle prerogative spettanti al deputato al pari dei colleghi del centro-nord. A Piombino la gente è scesa in piazza a difendere il suo territorio. A Porto Empedocle la gente sta in assoluto silenzio lasciando ai poteri forti ampia facoltà di agire e di disporre del territorio come meglio credono. Ma sono sicuro che Agrigento scenderà in campo contro ogni ipotesi pro-rigassificatori. in difesa della Valle dei Templi, dei luoghi pirandelliani, della Scala dei Turchi, della costa del mito e del paesaggio”.
A leggere le classifiche dell’Istat le province siciliane fanno a gara nel mantenere le ultime posizioni. E’ il netto controcanto della palude politica.
“Se le nostre città si trovano agli ultimi posti nelle classifiche stilate dall’Istat un motivo ci sarà. Intanto, diciamo che le strutture politiche-amministrative non godono di ottima salute. Questo comporta una riduzione dell’impegno nell’attività progettuale. Viene sempre meno lo spirito propositivo di aggredire e risolvere i problemi attinenti allo sviluppo del territorio. Occorre impegnarsi sempre più ad utilizzare le risorse europee destinate alle varie municipalità della provincia. Purtroppo ben poco si muove per sostenere le necessarie riforme strutturali. Il deficit sta nella politica. Al nord si realizzano le infrastrutture mentre dalle nostre parti si sta a guardare. È un problema che riguarda i sindaci e i commissari delle province”.
Il governo nazionale è stato subito varato mentre quello regionale resta in sospeso da un mese.
“Questo dato ci fa pensare molto. In Sicilia prevale il giuoco di potere dei vari esponenti politici. Mentre a Roma il Presidente della Repubblica ha dovuto dare l’incarico alla Meloni su indicazioni dei referenti del centro-destra, in Sicilia il popolo sovrano aveva eletto presidente Schifani. Ebbene malgrado la subitanea indicazione del capo del Governo regionale, ancora si attende la formazione della Giunta. Un ritardo grave a fronte dei gravi problemi che assillano l’Isola. Questo ritardo è inammissibile e pernicioso. In altre parti del Paese la popolazione già sarebbe scesa in campo in difesa della democrazia, in Sicilia si attende la fine della conflittualità tra gli esponenti della maggioranza in ordine agli assessorati da gestire e quindi il potere”.
Continua la proliferazione dei premi, ultimi arrivi il premio “Dona maiora” e il ‘Premio Gilotti” in memoria del giornalista agrigentino. Mai che si dia un premio a qualche editore…
“È vero ogni giorno nasce un premio. È ormai una palestra di uomini e donne alla ricerca della pubblica visibilità con lo scopo di innalzare agli onori della cronaca la propria associazione. Io non sono affatto contrario in quanto ogni iniziativa è rivolta a far crescere il territorio sul piano culturale. Per quanto attiene ad un eventuale premio organizzato da un editore ho buone ragioni a sperare in un futuro prossimo”.