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Non si sa come la casa natale di Pirandello rimane chiusa

Diego Romeo conversa con Paolo Cilona

Pubblicato 3 anni fa

Non molto chiara la motivazione  che ha portato alla chiusura della Casa natale di Pirandello. Sono stati decine di migliaia i visitatori del Parco archeologico e la casa natale dello scrittore è rimasta fuori da questo circuito turistico culturale. Insomma, una figuraccia.

“La chiusura della casa natale Luigi Pirandello durante l’estate ha creato un danno alla cultura ma anche alle casse dell’ente gestore. I lavori di restauro possono interessare principalmente la casa e non la zona riservata al viale che conduce alla rozza pietra dove sono custodite le ceneri del grande drammaturgo agrigentino. Con una maggiore razionalità dell’uso dei luoghi sarebbe stato consentito ai visitatori di vedere o la casa o la tomba. Così facendo viene preclusa ai numerosi turisti la possibilità di visitare almeno uno dei due luoghi. Poi non si è capita la strategia della Regione siciliana di avere sottratto la gestione dei luoghi pirandelliani all’ente parco archeologico per assegnarla alla Soprintendenza di Agrigento. Questa determinazione fa venir meno l’univocità di gestione dei luoghi di interesse turistico-culturale presenti nel territorio a valle della città. Bisogna accelerare nei lavori di recupero e di manutenzione per consentire a partire dai mesi autunnali le visite guidate da parte  delle scuole di ogni ordine e grado ed anche dei tantissimi visitatori”.

Che valore hanno le prenotazioni ambulatoriali in ospedale se una volta arrivati puntuali per la visita prevale la lista “faidate” del primo arrivato che inserisce il suo nominativo?  Non sarebbe  anche una questione di privacy?

“Pensavamo che le prenotazioni ospedaliere avessero qualcosa di moderna innovazione nel senso che gli uffici preposti stabiliscono il giorno e l’ora della visita nonché il reparto. Purtroppo il malcostume prevale sull’innovazione. I medici non si attengono alle liste di prenotazione per dare invece legittimazione alle liste dei primi arrivati in sala d’attesa. Nomi e cognomi posti in bella vista dietro la porta del medico. Nomi e cognomi di gente posti in bella vista alla faccia della riservatezza personale. La colpa è esclusivamente dei medici i quali non si attengono alle liste stabilite dagli uffici. A chi fa rilevare l’incongruenza, il medico e l’infermiere  ribadiscono l’inutilità dell’ordine cronologico della prenotazione. Eppure basterebbe una semplice disposizione della direzione sanitaria per mettere fine a questo stato di cose che crea disservizi e conflitti. Una situazione da terzo mondo”.

Una delle corsie del viadotto Morandi è stata riaperta al traffico. Sarebbe anche il momento di pensare alla ricollocazione dei nuovi guard-rail che, per legge, devono servire alla tutela dei cittadini.

“Bisogna approfittare dei lavori in corso per presentare con estrema urgenza un progetto per la sostituzione dei guard-rail non più conformi alla normativa vigente. Lavori necessari ed indifferibili a tutela della sicurezza stradale. Quello che oggi ci preoccupa è il fatto che dopo la riapertura del ponte Morandi (seppure ad una sola corsia) ci sarà la immediata chiusura per l’adeguamento dei guard-rail. Per evitare   futuri inconvenienti è necessario sin d’ora prevenire future chiusure di questo importante collegamento mediante la presentazione di un apposito progetto”.

Il destino del Palacongressi è ancora tutta da definire visto che adesso gran parte dei locali saranno utilizzati per la “Biblioteca Pirandello”, prima in via Imera, Ci auguriamo che sia una destinazione temporanea come altrettanto si può dire per l’hub ospedaliero adibito alle vaccinazioni. Quali potranno essere le scelte ottimali?

“Intanto, la biblioteca è tutt’ora aperta al pubblico in via Imera. Si parla ormai da tempo che la Regione siciliana non intende più farsi carico di una onerosa e costosa locazione a favore del proprietario dei locali. In subordine già si parla di un probabile trasferimento della biblioteca nei locali del Palacongressi. Nelle more dei futuri eventi appare utile suggerire l’utilizzo dei locali dell’ex Carcere mandamentale di via San Vito per allocare la biblioteca Pirandello e farne un centro culturale polivalente a servizio della città. Ciò sarà possibile con un progetto della Regione rivolto a recuperare ed adeguare l’ex Carcere e farne un polo culturale. Quello da evitare è l’utilizzo del Palacongressi per sedi e destinazioni che pregiudicano la sua originaria realizzazione a favore della convegnistica e della promozione della città come sede congressuale. Intanto bisogna capire quando scadrà il contratto di locazione dei locali di via Imera per avere un quadro di riferimento certo. E poi ,come detto, le palesi contraddizioni  della Regione che  lascia in gestione la biblioteca pirandelliana all’ente parco e gli sottrae dalla gestione la casa natale e i luoghi  pirandelliani per assegnarli alla Soprintendenza. La gente vuole sapere i veri motivi di tanta incongruenza”.

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