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Ati idrico: non c’è comunione d’intenti. Si va verso il commissariamento

La decisione era nell’aria. Nei mesi scorsi, la Regione Siciliana aveva più volte sollecitato i Comuni agrigentini che fanno parte dell’Ati idrico ad adempiere agli atti previsti dalla legge e a procedere, entro il 31 maggio, alla costituzione della nuova società che potesse garantire con efficienza e trasparenza il servizio idrico, ma i rappresentanti degli […]

Pubblicato 4 anni fa

La decisione era nell’aria. Nei mesi scorsi, la Regione Siciliana aveva più volte sollecitato i Comuni agrigentini che fanno parte dell’Ati idrico ad adempiere agli atti previsti dalla legge e a procedere, entro il 31 maggio, alla costituzione della nuova società che potesse garantire con efficienza e trasparenza il servizio idrico, ma i rappresentanti degli enti locali non sono riusciti a trovare un’intesa. A tutt’oggi solo 19 consigli comunali hanno votato per la costituzione della società consortile mentre gli altri continuano a perdere tempo. Pertanto, sta per essere nominato un commissario per l’Ato idrico di Agrigento con il compito di aggiornare il nuovo Piano d’ambito, rimettere ordine e restituire efficienza in un settore che eroga un servizio fondamentale per la collettività. Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e l’assessore all’acqua e rifiuti, Alberto Pierobon, hanno incontrato i sindaci del direttivo dell’Ati a Palazzo Orleans. Presenti: il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, che presiede l’Ati, Margherita La Rocca, Sindaco di Montevago, Alfonso Provvidenza di Grotte, Mirko Cinà di Bivona, e Domenico Gueli sindaco di Sant’Elisabetta. Sono stati gli stessi sindaci a condividere la scelta di Musumeci di procedere con la gestione commissariale, dopo vari tentativi andati a vuoto di trovare una soluzione condivisa. «In assenza di scelte locali condivise, il governo – ha spiegato il presidente Musumeci – non può restare a guardare. Per questo procederemo con la nomina di un commissario che, da un lato, garantisca il varo dell’aggiornamento del Piano d’ambito entro fine anno, dall’altro individui una proposta che metta ordine a un settore che gestisce un servizio prioritario. Serve – ha detto Musumeci – un riordino complessivo perché le norme vigenti creano soltanto confusione. Occorre un’unica Autorità di gestione della risorsa idrica che provveda alla conduzione del servizio e alla riscossione».

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