Agrigento

Valle dei templi: applausi ed emozioni per l’orchestra della Identità siciliana

Alla fine una piccola apoteosi per il “Nessun dorma”

Pubblicato 3 anni fa

Tripudio di applausi ed emozioni l’altra sera al Teatro di Giunone Parco Valle dei Templi per la prima edizione del Festival musicale sull’Identità siciliana, progetto ideato dal maestro sancataldese Raimondo Capizzi, presidente e fondatore della Giovane orchestra sicula – sinfonica del Centro Sicilia, e sostenuto dall’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana. Il Festival musicale siciliano si articola in quattro appuntamenti che toccano importanti luoghi della nostra cultura.

Agrigento è stata  la prima tappa durante la quale si sono esibiti i tre tenori Alberto Profeta, Salvatore Bonaffini (noto al pubblico agrigentino per avere partecipata al Gran Galà di qualche anno fa) e Antonio Alecci con l’orchestra diretta dal maestro Raimondo Capizzi.

Alla fine una piccola apoteosi per il “Nessun dorma” dei tre tenori che hanno ripetuto i fasti del trio Domingo-Pavarotti-Carreras e addirittura con la concessione di un bis per un pubblico tutto in piedi ad applaudire e a fungere da coro.

Un pubblico plaudente che non era stato da meno durante l’esecuzione di arie d’opera (Cavalleria rusticana), dell’Inno ufficiale siciliano (poco conosciuto) di Nicuzza,

Valle dei templi: applausi ed emozioni per l’orchestra della Identità siciliana

Sicilia Bedda, l’immancabile colonna sonora del “Padrino”, Vitti na crozza e tanti altri motivi musicali con arrangiamenti adattati alla giovane orchestra siciliana.

E che sia giovane non certo per cercare alibi, ci tiene a precisarlo il giovane direttore Raimondo Capizzi con questa breve intervista.

Forse è giovane per ricordare quel  film di  Ingmar Bergman “Ha ballato una sola estate”.  Le chiedo come si fa a far ballare tutte le stagioni la musica. Affrontiamolo anche dal punto di vista del lavoro e quindi finanziario.

“Noi siamo una giovane orchestra con dei supporti di maestri che vengono per dare l’esempio e devo dire grazie perché da otto anni siamo supportati da un ente regionale che ha creduto in noi e sta credendo in noi. E’ una orchestra che raggruppa quasi tutte le province della Sicilia nel nome della sinergia e della amicizia,  questi, tra l’altro, gli  ingredienti che ci uniscono e ci fanno “ballare”.

L’amministrazione regionale capirà finalmente che la musica non può continuare a  essere  la cenerentola?

“Adesso qualcosa si sta muovendo, intanto ringrazio l’assessorato Beni culturali e all’Identità siciliana che hanno supportato per la prima volta un festival musicale siciliano come portatore di un messaggio identitario positivo”.

Lei sa che anche ad Agrigento abbiamo realtà musicali di rilievo, come auspicare un maggiore coinvolgimento e anche una maggiore attenzione della Regione?

“Il nostro motto è  la musica ci unisce, essa è un linguaggio universale per qualsiasi colore, religione o etica. Nessuno ci può unire più della musica., è una grande terapia”.

Possiamo dire allora che questo primo concerto ad Agrigento risulta terapeutico anche per i politici?

“Proprio così, la musica sveglia non solo le emozioni ma anche la mente e di conseguenza sveglia i progetti”.

C’è qualche sassolino che vuol togliersi dalla scarpa?

“Non ancora, questa è la prima tappa, alla quarta e ultima  tappa forse avrò qualche sassolino che necessariamente mi dovrò togliere”.

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