Funerali fratello boss a Messina: aperta inchiesta
La Procura di Messina ha aperto un fascicolo per accertare se dietro al carro funebre che trasportava al cimitero la salma di Rosario Sparacio, fratello dell’ex boss Luigi ‘Gino’ Sparacio, vi siano stato meno un corteo funebre. Il decreto Conte, infatti, vieta cerimonie pubbliche per evitare il diffondersi del coronavirus e, per questo, l’ultimo viaggio […]
La Procura di Messina ha aperto un fascicolo per accertare se dietro al carro funebre che trasportava al cimitero la salma di Rosario Sparacio, fratello dell’ex boss Luigi ‘Gino’ Sparacio, vi siano stato meno un corteo funebre. Il decreto Conte, infatti, vieta cerimonie pubbliche per evitare il diffondersi del coronavirus e, per questo, l’ultimo viaggio di ‘Ziu Sarinu’, come era chiamato dagli amici, è diventato un caso sul quale da alcune ore indaga la Squadra Mobile.
In relazione a quanto avvenuto a Messina nelle ultime ore sono state pubblicate diverse foto su Facebook ed in diversi altri social network. In una nota Tiziana Tracuzzi, Enrico Pistorino, Santo Gringeri, responsabili rispettivamente del Presidio Libera Comitato AddioPizzo Messina, ARCI Messina APS, spiegano: “Occorre fare piena luce sui fatti legati al funerale di Rosario Sparacio, fratello di Luigi. Si accertino i fatti, e, a partire dalla ricostruzione della vicenda, si individuino le responsabilità penali e/o amministrative che possano averla determinata. Tali fatti offrono all’intera comunità messinese, non soltanto alle organizzazioni impegnate nel contrasto alle mafie, l’occasione per avviare una riflessione su presenza e stereotipi legati al ‘controllo’ del territorio”. E poi si aggiunge: “Appare evidente, per i riscontri che arrivano da più parti nel nostro paese, specie dove le mafie sono fortemente radicate, che le emergenze sanitaria e socio-economica non frenano le organizzazioni criminali. Il crescente disagio sociale offre spazi di azione e di rafforzamento del consenso a cui la criminalità organizzata non intende assolutamente rinunciare, specie nel Mezzogiorno e in Sicilia”.
Insomma “la gravità di quanto accaduto a Messina travalica il fatto in sé e deve determinare un innalzamento delle soglie di attenzione e di percezione della complessità della presenza criminale e mafiosa, che devono interpellare, ciascuno per i propri compiti e funzioni – la politica e l’amministrazione, le forze dell’ordine e la magistratura, i sindacati e le organizzazioni datoriali, e insieme tutto il mondo del volontariato e del terzo settore”