Messina

Scoperto B&B “fantasma”: frode da 200 mila euro

Un bed and breakfast fantasma e una frode da 200mila euro sono stati scoperti dai finanzieri del comando provinciale di Messina al termine di un’indagine su un imprenditore agricolo di Caronia. L’uomo, secondo quanto ricostruito dai finanzieri, avrebbe ingiustamente beneficiato di un finanziamento comunitario di 200mila euro, erogato dalla Regione Sicilia. Dalle indagini condotte dalle fiamme gialle […]

Pubblicato 4 anni fa

Un bed and breakfast fantasma e una frode da 200mila euro sono stati scoperti dai finanzieri del comando provinciale di Messina al termine di un’indagine su un imprenditore agricolo di Caronia. L’uomo, secondo quanto ricostruito dai finanzieri, avrebbe ingiustamente beneficiato di un finanziamento comunitario di 200mila euro, erogato dalla Regione Sicilia. Dalle indagini condotte dalle fiamme gialle della Tenenza di Sant’Agata di Militello, coordinate dal Gruppo di Milazzo e dirette dalla procura della Repubblica di Patti, è emerso “il comportamento fraudolento dell’imprenditore”, che è stato denunciato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Il contributo era stato concesso nell’ambito del piano di sviluppo regionale orientato alla promozione e valorizzazione turistica del territorio che prevede, tra l’altro, la riqualificazione di immobili da destinare ad attività ricettive come alberghi, ”bed & breakfast” e ”case vacanza”. Il responsabile, secondo la guardia di finanza, “avrebbe disatteso numerosi requisiti previsti dal bando, tra cui quello di utilizzare la struttura, sfruttando falsa documentazione con il chiaro intento di attestare all’ente erogatore la ristrutturazione del bed and breakfast”. Non solo. Secondo le indagini dei finanzieri “gran parte dei costi sostenuti per la ristrutturazione sono stati fatturati da un’associazione agricola, di cui lo stesso denunciato deteneva una significativa quota di partecipazione”. Infine dagli accertamenti delle fiamme gialle la struttura ricettiva era rimasta di fatto inattiva, nonostante l’obbligo, imposto dal bando, di mantenerla in esercizio per almeno 5 anni dalla percezione del contributo. E’ stato disposto un provvedimento di sequestro preventivo per l’ingente somma indebitamente percepita che ha riguardato liquidità e beni rinvenuti nella disponibilità dell’indagato.

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