“Abusi sessuali sulla figlia a Favara”: chiesta condanna per netturbino, moglie e due cognati
Il netturbino è accusato di violenza sessuale sulla figlia mentre i parenti di favoreggiamento per averlo aiutato ad eludere le indagini
La procura generale di Palermo ha chiesto la condanna a sette anni e dieci mesi di reclusione nei confronti di un netturbino cinquantottenne di Favara accusato di violenza sessuale e lesioni aggravate ai danni della figlia. Il sostituto procuratore generale, dunque, chiede di confermare il verdetto di primo grado emesso dal tribunale di Agrigento.
In quell’occasione vennero condannati anche i parenti del principale imputato: sei mesi di reclusione ciascuno alla moglie e due cognati per il reato di favoreggiamento poichè, secondo l’impianto accusatorio, avrebbero “coperto” il netturbino rendendo false dichiarazioni al pubblico ministero per eludere le indagini. La posizione di moglie e cognati potrebbe però essere “risolta” dall’intervento della prescrizione – così come richiesto dagli avvocati Salvatore Cusumano e Davide Casà – poichè sono trascorsi oltre sette anni dai fatti contestati.
La vicenda risale al 2017. Secondo l’accusa, che ha trovato riscontro nel primo grado di giudizio, il cinquantottenne avrebbe colpito la figlia con calci e pugni con l’intenzione di abusare di lei. Tra gli episodi contestati anche quello di aver puntato una pistola all’indirizzo della ragazza. Il favarese venne arrestato nel 2019 per poi tornare in libertà in seguito alla decorrenza dei termini della custodia cautelare. Il processo è in corso davanti i giudici della terza sezione della Corte di appello di Palermo presieduta da Sergio Gulotta. Si torna in aula il 30 ottobre per eventuali repliche e sentenza.