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Mafia e stidda nell’agrigentino, chieste 9 condanne nel processo “Condor”

L'operazione "Condor" scattò nel gennaio 2023 facendo luce sulla riorganizzazione di Cosa nostra e Stidda nella parte orientale della provincia di Agrigento

Pubblicato 53 minuti fa

La procura generale di Palermo ha chiesto la condanna di nove persone nell’ambito del processo di secondo grado scaturito dall’inchiesta “Condor”, l’operazione che all’inizio del 2023 fece luce sulla riorganizzazione di Cosa nostra e Stidda nella parte orientale della provincia di Agrigento. 

L’accusa, dunque, chiede la conferma del verdetto di primo grado quando tutti gli imputati vennero condannati: Giuseppe Chiazza (20 anni di reclusione), ritenuto l’astro nascente della Stidda di Palma di Montechiaro; Nicola Ribisi (14 anni, 2 mesi e 20 giorni) e Giuseppe Sicilia (9 anni, 10 mesi e 15 giorni), ritenuti rispettivamente i capi delle famiglie di Cosa nostra di Palma di Montechiaro e Favara; Domenico Lombardo (10 anni e 4 mesi); Luigi Montana (3 anni, 6 mesi e 20 giorni); Luigi Pitruzzella (7 anni e 8 mesi); Baldo Carapezza (6 anni e 8 mesi); Rosario Patti (5 anni); Francesco Centineo (4 anni e 2 mesi e 20 giorni); Ignazio Sicilia (2 anni e 8 mesi). Il processo è in corso davanti i giudici della prima sezione penale della Corte di appello di Palermo presieduta da Raffaele Malizia. Già fissate le prossime udienze – 29 ottobre, 12 e 26 novembre – in cui discuteranno gli avvocati della difesa. Poi sarà la volta della sentenza. L’accusa è sostenuta in aula dal sostituto procuratore generale Roberta Buzzolani.  

L’operazione Condor è scattata nel gennaio 2023 quando i carabinieri del Ros, insieme ai militari del Comando provinciale di Agrigento, arrestarono nove persone. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha puntato i riflettori sul riassetto delle famiglie mafiose di Cosa nostra e della Stidda nella parte orientale della provincia di Agrigento e, in particolare, tra Favara, Palma di Montechiaro, Licata e Canicattì. I militari dell’Arma, durante le indagini, hanno raccolto importanti indizi sul controllo delle attività economiche nel territorio di Palma di Montechiaro, con riferimento al settore degli apparecchi da gioco e delle mediazioni per la vendita dell’uva (le cosiddette sensalie), e delle  “messe a posto” a Favara con danneggiamenti a seguito di incendio

Le accuse – a vario titolo – sono associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Nel collegio difensivo gli avvocati Salvatore Cusumano, Giuseppe Barba, Valerio Vianello Accorretti, Luca Cianferoni, Raffaele Bonsignore, Santo Lucia, Salvatore Manganello, Salvatore Di Caro, Massimiliano Riga.

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