Agrigento

Alta tensione, capitano Morandi ricostruisce indagine: “Tutto inizia da tentata estorsione”

Entra nel vivo il dibattimento del processo scaturito dall’operazione “Alta Tensione”, eseguita dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento nel 2017, che ipotizza un vasto giro di furti di energia elettrica messi in atto grazie alla compiacenza di due verificatori Enel. Di questo “sistema” – secondo l’inchiesta della Procura di Agrigento – avrebbero beneficiato commercianti, […]

Pubblicato 5 anni fa

Entra nel vivo il dibattimento del processo scaturito dall’operazione “Alta Tensione”, eseguita dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento nel 2017, che ipotizza un vasto giro di furti di energia elettrica messi in atto grazie alla compiacenza di due verificatori Enel. Di questo “sistema” – secondo l’inchiesta della Procura di Agrigento – avrebbero beneficiato commercianti, imprenditori, medici oggi tutti sul banco degli imputati. 

Questa mattina, davanti i giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta dal giudice Alfonso Malato con a latere i giudici Giuseppa Zampino e Alfonso Pinto, è comparso il capitano dei carabinieri Nicolò Morandi, ex capo del Norm di Agrigento e attuale comandante della Compagnia di Randazzo. Il capitano è stato uno dei protagonisti dell’intera inchiesta avendola di fatto coordinata: “Le indagini iniziano in seguito ad una tentata estorsione nei confronti di un imprenditore agrigentino a cui, dopo un controllo in cui sarebbero emerse anomalie, i due verificatori Enel avrebbero chiesto un pagamento per non denunciarlo all’autorità giudiziaria. Avevamo deciso di arrestarli in flagranza di reato ma all’appuntamento per lo scambio dei soldi non si presentarono”. 

L’accusa è sostenuta in aula dal pm Alessandra Russo. L’Enel si è costituita parte civile nel processo.Si torna in aula il 27 gennaio. 

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