Lampedusa

Bimbo morto in naufragio, prete di Lampedusa: “Vittima di disumanità”

Il corpicino e' stato portato sull'isola insieme alla giovane mamma e a una donna incinta

Pubblicato 3 anni fa

“Youssef aveva solo 6 mesi”. Parole meste quelle del parroco di Lampedusa, Carmelo La Magra, per il piccolo morto a seguito del naufragio di mercoledi’ al largo della Libia. Il corpicino e’ stato portato sull’isola insieme alla giovane mamma e a una donna incinta. Qui e’ stato vegliato e sepolto. “Caro Youssef – dice il sacerdote – nei tuoi sei mesi di vita, niente avesti da bambino, ne’ una culla, ne’ giochi, ne’ serenita’ o pace. Sei mesi e mai hai potuto essere bambino, come la tua mamma giovanissima e gia’ al colmo del dolore. Noi oggi e sempre, qui, siamo la tua famiglia. Ci vediamo in cielo dove saremo bambini per sempre”.

Il bimbo, soccorso insieme agli altri naufraghi da Open Arms, secondo la ong spagnola e’ morto a causa dei ritardi nell’intervento delle autorita’ europee che erano state sollecitate perche’ si prendessero subito carico dei sopravvissuti. Sei le vittime della tragedia del mare.

Le parole del parroco di Lampedusa

Il prete fa sue le parole del Forum Lampedusa solidale: “Siamo li’ in sostituzione dei parenti e degli amici di chi e’ morto, siamo li’ al posto di chi ha titolo a chiedere giustizia per una (l’ennesima) morte assurda. Siamo li’ al posto di tutte le persone che sarebbero con noi se potessero. Siamo li’ per denunciare la disumanita’ di leggi e politiche che condannano a morte esseri umani. Siamo li’, con i nostri corpi per compiere un atto di resistenza civile”.

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