Agrigento

Disagi sulla linea ferroviaria Agrigento-Palermo, un giovane laureando scrive ai Ministri

Treni in ritardo, soppressi, pochi vagoni messi a disposizione dei viaggiatori costretti a stare in piedi, treni che si guastano. E’ questa la continua odissea dei pendolari lungo la tratta Agrigento-Palermo. Da mesi, si registrano disagi lungo la tratta ferroviaria; più volte è intervenuta la presidente del Comitato Pendolari Palermo-Agrigento, Tania Di Marco di Alia, pendolare […]

Pubblicato 4 anni fa

Treni in ritardo, soppressi, pochi vagoni messi a disposizione dei viaggiatori costretti a stare in piedi, treni che si guastano. E’ questa la continua odissea dei pendolari lungo la tratta Agrigento-Palermo.

Da mesi, si registrano disagi lungo la tratta ferroviaria; più volte è intervenuta la presidente del Comitato Pendolari Palermo-Agrigento, Tania Di Marco di Alia, pendolare anche lei, diventata l’interlocutore di Trenitalia partecipando anche a numerose riunioni che si sono svolte proprio fra la società e la Regione con i comitati pendolari, ma i problemi continuano ad esserci.

Le condizioni in cui siamo costretti a viaggiare hanno sforato di gran lunga ogni limite di ciò che si possa relegare al rango del normale e del tollerabile posto che di per sé vivere  la costrizione di dovere per forza affidarsi alle reti ferroviarie giacchè una terra martoriata come la Sicilia non offre valide alternative per via di collegamenti viari ancora più fatiscenti, è senza tema di smentita fuori dalla normalità che dovrebbe essere propria di una nazione civilmente voluta e moderna”, scrive in una lettera Pietro Sferrazza, giovane laureando in Ingegneria, indirizzandola alla Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, Ministro Per il Sud e la coesione territoriale Giuseppe Provenzano, alMinistro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca  Lorenzo Fioramonti, all’Assessore Regionale delle Infrastrutture e della mobilità Marco Falcone e all’Assessore Regionale dell’ Istruzione e della formazione professionale Roberto Lagalla. 

Il problema delle condizioni di viaggio su treno sono dovute sovente all’elevato numero di studenti- viaggiatori che si recano presso la città di Palermo che non è proporzionato ai pochi vagoni messi a disposizione per affrontare il viaggio talchè  con amarezza – vedendo lo stato di degrado e di appiattimento – verrebbe quasi da chiedersi se la nostra colpa è di essere in troppi ad avere scelto di crescere nella bellezza della conoscenza per raggiungere aspirazioni e scenari di vita impensabili e forse improbabili in terra di Sicilia. Appare quasi aulico, in quanto eccessivamente distante dalla realtà, continua Sferrazza, fare anche il minimo cenno di quanto disposto dall’art.26 della Dichiarazione universale dei Diritti Umani e dall’art. 3 della nostra Costituzione italiana poichè oltre agli ostacoli di natura economica non rimossi dalla Stato per via della carenza di borse di studio, alloggi ed altre provvidenze che sovente impediscono a tanti di potere raggiungere i gradi più alti degli studi dall’altro, anche verso coloro i quali affrontano – da soggetti appartenenti alla fasce economiche più basse – il percorso universitario con l’esclusivo sostegno familiare paradossalmente si ritrovano a vivere ogni tipo di disagio in relazione alle precarie condizioni dei trasporti .In un Paese e in una regione “normale” noi studenti dovremmo chiedere il rispetto del diritto ai trasporti al fine di ottenere dei vantaggio in termini di fasce di prezzo agevolate esclusivamente per gli studenti ma, appunto perché si vive in una situazione di lapalissiana anormalità in terra di Sicilia, risulta conforme a logica chiedere quanto meno il vostro interessamento fattivo al fine di garantire condizioni di viaggio dignitose e sicure a quanti veniamo troppo spesso retoricamente considerati il futuro di questo Paese dimenticando – parimenti sempre più – che intanto siamo anche il presente.Molti di noi ragazzi non vogliono fuggire da questa terra, per cercare una vita più agiata, ma vogliamo contribuire alla crescita del territorio in cui abbiamo le nostre radici”, ha concluso il giovane laureando.

2 commenti

2 Commenti

  1. lillo ha detto:

    Che dire otre quello che è stato scritto con puntuale e puntigliosa meticolosità di una realtà infamante? Una fotografia senza possibiltà d’appello! E si sofferma solo sul trasporto ferroviario, perchè se iniziamo a sciolinare tutto il resto finiremo l’anno prossimo. Mi rifiuterei volentieri di credere che la classe politica non conosca i problemi della viabilità a 360° della provincia di Agrigento e, nel contempo, invece, affondo nella certezza papabile e senza possibilità di smentita, che coloro i quali gestiscono il nostro futuro, propendono per lo sviluppo verso altre regioni diverse dalla nostra e soprattutto del mezzogiorno d’Italia. Dite davvero che per raggiungere Palermo, Catania, Trapani o qualsiasi altra città un siciliano, un agrigentino soprattutto deve affidarsi alla buona sorte nonostante di disagi? Si perchè oltre il danno c’è la beffa: quale sicurezza stradale ci può essere nel percorrere 130 km di strettoie, semafori, salite e discese cantieri fermi e trazzere trasformate in viabilità ordinaria? Orbene non voglio fare retorica, ma i Ministri della REPUBBLICA passati e presenti si sono immediatamente spesi, con i risultati fortunatamente visibili per il ponte Morandi di Genova e perchè per quello di Agrigento no? Rete ferroviarie in espansione al nord mentre al sud NO? Con quale faccia possono dire che il nord viaggia con una marcia in più mentre il sud è rallentato? Fatevi un’esamino di coscienza, lo stato di abbandono infrastrutturale atavico e superfiaciale con cui vi approcciate non da trisposte diverse: Avete abbandonato il SUD. Non parliamo dei Politici Regionali che è meglio!!!!

  2. philips ha detto:

    Bellissima lettera, ma purtroppo non avrà seguito. Siamo peggio di una colonia.

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