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Gasolio, benzinai Lampedusa: “Spese alte, no a prezzi media nazionale”

I benzinai di Lampedusa hanno aderito allo sciopero

Pubblicato 1 anno fa

E’ partito lo sciopero dei benzinai in Sicilia. Nelle isole minori il carburante ha già toccato la quota di 2,5 euro sia per benzina che per gasolio; sull’isola di Lampedusa il prezzo è di 2,42 euro per quanto riguarda il gasolio, mentre per la benzina il costo è di 2,39 euro.

“Abbiamo aderito allo sciopero perchè da noi il carburante costa 35, 40 centesimi in più rispetto a terra ferma, ma noi acquistiamo gia a 2,20 al litro e di conseguenza non possiamo adeguarci a quello che è la media nazionale di 1,88”, dichiarano i gestori dei distributore di Lampedusa.Da soli non riusciamo a gestire tutte le spese anche del trasporto che ci deve arrivare con la nave, perchè oltre ad essere gestori siamo anche cittadini lampedusani e dobbiamo anche essere tutelati da chi ci governa”.

Secondo una prima proiezione, Faib Confesercenti Sicilia, la Federazione autonoma impianti benzinai, in Sicilia e’ di circa il 70-80% l’adesione alla protesta indetta dai gestori degli impianti contro il decreto trasparenza varato dal governo.

“I dati sono in continuo aggiornamento per cui in questo momento e’ difficile fare una stima precisa – dice ad AGI Francesca Costa, presidente di Faib Confesercenti Sicilia – a esempio in alcune province, come a Messina, tra i nostri iscritti si registra un’adesione alla serrata del’80 per cento, mentre in altre e’ piu’ bassa. Nelle prossime sara’ possibile avere dei numeri piu’ vicini al dato reale”.

La protesta, cominciata alle 19 di ieri sera, proseguira’ fino alle 19 di domani 26 gennaio, salvo ulteriori novita’ perche’ nel frattempo prosegue il confronto con Roma.

“Come Faib abbiamo deciso di ridurre a un solo giorno la protesta per dare al governo una segnale di apertura – sottolinea – ma siamo ancora convinti che sia stato un grave errore reintrodurre le accise sul prezzo dei carburanti; da allora abbiamo registrato un calo del venduto pari al 25%. La nostra categoria e’ vessata da tutti, e da questo governo ci saremmo aspettati un attimo di tregua. Anche perche’ in Sicilia nel nostro comparto gravitano circa 7 mila famiglie, tra gestori e dipendenti. Mi auguro che il nostro appello venga ascoltato e che il governo metta in campo una serie di iniziative, dal taglio delle accise al problema il dei costi per le transazioni elettroniche, per metterci in condizione di continuare a lavorare”.

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