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Il dio del deserto di Wilbur Smith

di Letizia Bilella

Pubblicato 2 anni fa

Taita il mago. Il medico. Il poeta, il consigliere intimo del faraone Mamose e poi del figlio, Tamose.

Taita, l’uomo che regge nell’ombra le sorti dell’Egitto. Non c’è pace per lui, tanto più ora che ha avuto anche l’arduo compito di occuparsi, come tutore e mentore, delle due vivaci figlie dell’amata regina Lostris. Tehuti e Bakatha, così intelligenti, passionali e così uguali alla madre, di cui Taita è stato amante spirituale e di cui ha raccolto le ultime parole sul letto di morte. A complicare la non facile situazione si aggiungono gli affari di stato e la minaccia degli Hyksos. Che hanno ormai invaso il delta del Nilo. Costringendo il faraone a ritirarsi nel sud del paese. Per tentare di scacciarli Taita dovrà chiedere l’appoggio del re di Creta, il potente Minosse. Ma ogni alleanza vuole un pegno in cambio.

E il pegno è un sacrificio estremo per Taita. A malincuore parte su una flotta diretta a Creta, che porta in dono a Minosse due vergini, Tehuti e Bakatha. Ma le due giovani, più inclini alle regole del cuore che alla ragion di stato, si innamorano del luogotenente di Taita e di un soldato della flotta e il sacerdote teme che le trattative con Minosse possano saltare. Tra mille peripezie, avventure e visite a luoghi esotici e pieni di meraviglie, come Babilonia e Sidone, Taita riesce finalmente a sbarcare a Creta.

Ma minacce ancora più imponenti incombono sul suo destino. Wilbur Smith ha elaborato un intricato gioco politico che gli dà l’occasione di immergere il lettore in altre due culture dell’antichità: quella mesopotamica e quella cretese.  

Una prosa svelta, leggera e adatta alla lettura più interessata come a quella più distratta. L’amore per la Storia permea il romanzo,  l’autore  sa come utilizzare un linguaggio semplice per non oberare i lettori di dettagli interessanti solo per lo storico.

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