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L’”autobattezzato” Achille Lauro ci ricorda la Napoli del “comandante” Lauro

Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia Agrigentina”

Pubblicato 1 anno fa

A fronte dei tanti problemi che assillano Agrigento possibile che l’assenza di due assessori (dimessi) non arrechi ulteriori disagi all’amministrazione? E perché maggioranza e opposizione stanno zitti?

“E’ inconcepibile mantenere tale situazione sul piano politico e amministrativo. È come una squadra di calcio che scende in campo con nove calciatori anziché in undici. I mentori hanno il dovere di chiudere la vicenda indicando i nomi dei sostituti a Francesco Picarella e Roberta Lala. La collegialità nelle decisioni assume una specificità politica e soprattutto un valore aggiunto sul piano amministrativo. Il sindaco ha il dovere di sollecitare l’indicazione da parte dei partiti che sorreggono l’attuale maggioranza in Consiglio comunale”.

Cosa rimane dopo il “trionfo” dell’effimero Achille Lauro? A chi giova tanto spreco di pubblico denaro?

“Da ragazzo sentivo al mio paese un bel ritornello: “pani no e bicicletta si”. Un modo per dire prima il lavoro che assicura il pane e poi il divertimento come consolazione dello spirito. Purtroppo i nostri amministratori preferiscono da sempre rincorrere la visibilità, il palcoscenico, le luci della ribalta e la notorietà attorno agli eventi al chiuso e all’aperto in ogni tempo. Questo andazzo di cose è anche molto gradito ed apprezzato dal popolo festante , quel popolo che in vita fu tanto caro agli epiteti dell’avvocato Turiddu Malogioglio. e ai versi sprezzanti del medico raffadalese Giuseppe Serroy”.

A proposito e in dettaglio, oltre alla passerella dei pubblici amministratori, quali altri benefici si possono registrare?

“I benefici sono di competenza dei titolari degli esercizi pubblici (bar, B&B, negozi di abbigliamento, taxi, guide turistiche, ristoranti, ecc.) i quali potranno confermare  i benefici economici derivati dal grande evento canoro. La massa delle persone si è presentata di certo in piazza Marconi per non pensare almeno per una notte ai gravi problemi personali che sono tantissimi e quelli della città. Non sempre il denaro pubblico viene investito al pari di un buon padre di famiglia. Trattandosi di somme cospicue destinate alla  promozione turistica e culturale potevano essere impiegate al meglio dal Comune”.

Per la nostra Costituzione il cittadino paga le tasse secondo il suo reddito. Come si spiega allora l’applicazione del 15 per cento fino a 85 mila € per il popolo dell’Iva mentre pensionati, dipendenti pubblici e privati sono tassati secondo il loro reddito?

“Nel suo messaggio di fine anno il presidente Sergio Mattarella ha richiamato l’art. 53 della Costituzione che dice: ” Tutti i cittadini sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Il sistema tributario è informato a criteri di “progressività”. Inoltre, ha detto con garbo, senza generare ansia  che: “La Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte”, perché questo serve a fare funzionare l’Italia e quindi al bene comune”. Sante parole. Ora francamente non si comprende affatto la politica della attuale  maggioranza di privilegiare il mondo delle partite Iva stabilendo per gli importi fino a 80 mila euro l’aliquota del 15%. A parità di somma il pensionato , il dipendente pubblico e del settore privato è tassato con l’aliquota del 43%. Si tratta di una palese ingiustizia che viene perpetrata dall’attuale governo nel nome del consenso elettorale a favore di specifiche categorie”.

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