L’avv. Angela Porcello a valanga sull’ex compagno Giancarlo Buggea: “Ma non è una vendetta”
“Ecco chi lo riforniva di armi e munizioni. Aveva anche una pistola modificata che sparava a ripetizione”
“Ho partecipato sin dagli anni 2015-2016 all’associazione mafiosa Cosa nostra con le medesime modalità che, falla fine del 2018, sono state documentate dalle indagini preliminari oggetto dei provvedimenti cautelari che mi hanno attinto e dalle conversazioni intercettate, il cui contenuto confermo e ribadisco anche in questa sede”.
A parlare, era il 26 maggio scorso, davanti ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, procuratore aggiunto Paolo Guido e i sostituti Claudio Camilleri e Francesca Dessì è l’avvocato Angela Porcello, 50enne cancellata dall’albo, coinvolta nella maxi operazione Xidy che ha fatto luce sul mandamento di Cosa nostra di Canicattì ma anche su dinamiche mafiose di mezza Sicilia, finita in carcere nel febbraio scorso.
Già dall’aprile precedente Angela Porcello aveva manifestato la sua volontà di rendere dichiarazioni ai pubblici ministeri, dapprima revocando gli avvocati di fiducia e poi consegnando un memoriale che ha fatto da linea guida negli interrogatori.
Angela Porcello è stata per poco meno di dieci anni compagna del personaggio principale dell’inchiesta: Giancarlo Buggea, un boss canicattinese vicino all’ex latitante Giuseppe Falsone già arrestato e condannato per associazione mafiosa. A lui l’avvocato attribuisce la responsabilità di averla cooptata dentro Cosa nostra.
Tuttavia, e ci tiene a precisarlo con le sue dichiarazioni del 19 giugno 2021 (davanti all’Ufficio della Procura della Repubblica di Palermo Dda, costituito dai sostituti Claudio Camilleri, Gianluca D’Aleo e Francesca Dessì), afferma netta: “Vorrei fare subito una precisazione con riguardo alle dichiarazioni rese nei precedenti interrogatori. Buggea non è un uomo con cui ho oggi alcun rapporto e, al momento del mio arresto, avevamo già interrotto la nostra relazione; una prima rottura c ‘era stata a inizio dicembre e comunque al momento del Fermo non avevamo più alcuna relazione e non avevo nessunissima intenzione di fare diversamente; l’altra cosa che volevo precisare è che mi dispiace se si dovesse intendere questo tra le righe, io le mie dichiarazioni sono in toto di quello che so, cioè quello che so riferisco. non certo per, come dire, alleviare la sua posizione né per tutelare proceduralmente la sua posizione, assolutamente no!
P.M.: sta parlando di Buggea?
Porcello A.: certo …d’altro verso, gliel’ho detto la prima volta, lei non c’era, non permetterò mai a nessuno, a nessuno anche di colleghi che mi dovessero dire una cosa del genere che io l’ho fatto per vendicarmi del Buggea per un’azione di ripicca che possa attendere al nostro rapporto personale, questo non lo faccio assolutamente no anche perché per quella che è la mia convinzione dì donna, per quello che può essere anche il mio credo religioso sono convinta che le risposte alle azioni che noi facciamo non le diamo…
PM: avvocato riprendendo alcuni argomenti che abbiamo affrontato nello scorso interrogatorio, nell’ultima parte dell’interrogatorio lei aveva fatto riferimento al fatto che recentemente Buggea tramite Giuliana, si stava adoperando per recuperare delle armi, “si stava armando” lei c’ha detto. Ci può chiarire in che periodo siamo, per quale ragione si stava armando e quale sarebbe il canale di arrivo delle armi e a lei come risulta? Se le ha viste fisicamente . . .? In che periodo siamo intanto diciamo temporalmente.
Porcello A.: siamo nell’arco dell’anno 2020. Da gennaio in poi.
PM: lei lo ha visto?
Porcello A.: si, l’ho visto io personalmente, ma non solo l’ho visto io personalmente ma Giuliana ha avuto un procedimento che ho curato io perché in campagna da Giuliana è stato trovato un quantitativo di armi e munizioni e c’era il fratello di Giuliana, che si chiama Giuliana Cesare, che era qui in semidetenzione, in una misura alternativa, perché lui è detenuto all’Isola d’Elba, ha scontato un ergastolo completando il 25mo anno, credo che aveva avuto la misura alternativa, il Tribunale di Sorveglianza dopo avere trovato queste armi in campagna dai Giuliana aveva aperto anche un fascicolo anche a carico del fratello.
PM: Quindi lei che cosa ha visto? Giuliana che portava armi e munizioni?
Porcello A.: Le ho viste in campagna di Buggea. Io in campagna da Giuliana non ci sono mai andata. Io ero da Buggea, Giuliana andava e veniva sempre da Buggea e una di queste volte portò queste cose e poi col Buggea si spostarono verso la terrazza, si accedeva alla terrazza dal soggiorno e aveva… non si dicevano nulla ma io di queste munizioni ne ho viste in più occasioni.
PM: Tipo, quante occasioni?
Porcello A.: 2 o 3 che gliele ha date Giuliana sicuro, un’altra volta erano in un barattolo, erano diverse quelle che erano nel barattolo. Poi, Buggea aveva acquistato… diverse che erano più piccole . . .come lunghezza, poi le avevo detto che Buggea aveva acquistato quell’arma che era tipo modificata così mi spiegò lui.
PM: e perché portava queste armi? Lei non può non averne parlato con Buggea tant’è che ha detto…
Porcello A.: munizioni
PM: munizioni si . . .d’altronde loro lo facevano alla sua presenza, era l’ennesima dimostrazione che la consideravano soggetto dinanzi al quale poter fare queste azioni! Perché arrivavano tutte queste munizioni?
Porcello A.: questo, sinceramente non gliel’ho chiesto, la cosa che ho notato, esplicitamente non gliel’ho chiesto, la cosa che ho notato e che ho visto che una se la portava dietro cosa che prima non faceva e me la sono ritrovata una volta…
PM: Qua stiamo parlando delle armi…noi stiamo parlando di queste occasioni delle munizioni. Lei non ha fatto nessun tipo di domanda? Anche la più banale …che ne so “sta succedendo qualcosa?
Porcello A.: non gliel’ho chiesto esplicitamente, certo nella mia mente delle considerazioni le ho fatte quelle penso che non interessano… Io una volta soltanto e non nell’occasione in cui gli ha dato le munizioni gli ho detto “ma abbiamo da temere qualcosa ? Mi devo preoccupare dì qualcosa?” anche perché io facevo il tragitto dalla campagna a casa alle dieci e mezza da sola e quindi gli ho chiesto “ma che abbiamo da preoccuparci dì qualcosa?”, e lui con un sorriso quasi sornione mi ha detto “ma di che ti devi preoccupare, gli altri si devono preoccupare di te” questa è stata la risposta, io non me lo sono chiesta. Cioè sapevo che lui aveva le armi quindi non me lo sono chiesto a che cosa gli servivano.
PM: Lei faceva riferimento allo scorso interrogatorio alla provenienza dalla Germania?
Porcello A.: questa che mi costò l.200 euro, almeno cosi lui mi disse “tieni questo 1.200 euro” e che era un’arma piccola “modificata”. Io ho capito che gliel’ha data una persona di Canicattì, questa non gliel’ha data Giuliana, l’ha portata lui che gliel’ha data una persona di Canicattì ed era un ‘arma piccola e mi spiegò lui che era un’arma modificata io gli ho detto “ma che, come mai?” e lui ha risposto “ah che la volevo una cosa del genere, per averla!” perché gli piaceva che aveva questo ingranaggio che la faceva sparare a sequenza . . .una specie di sparo a ripetizione, la capacità di uno sparo a ripetizione ecco…”.
PM: e lei anche in questo caso non gli dice “scusa, ti prendi l’arma in sequenza”?
Porcello A.: no questo gliel’ho detto, “ma perché te la sei comprata? Perché hai speso queste l.200 euro?” Dice che lui la voleva da tanto tempo, come oggetto che lui voleva, che desiderava . . .una sorta di collezionismo mi ha fatto capire . . .ecco in questo senso, ed era messa in un sacchetto tipo panno bianco e questa non l’ha messa come le altre, sotto il tendone, perché quelle invece le hanno messe nella plastica o meglio nel sacchetto che mi aveva dato il supermercato per i congelati.