Morte Piero Macedonio, il ricordo di Peppe Catania
“Si è spento un medico con la M maiuscola, medico illuminato, che si è prodigato tanto per i suoi pazienti con la sua umanità, la sua professionalità e la sua onestà, seguendo i dettami di Ippocrate, liberando i malati dalle sofferenze, concependo la professione di medico come sublime missione”. Scrive così Peppe Catania ricordando l’amico e collega […]
“Si è spento un medico con la M maiuscola, medico illuminato, che si è prodigato tanto per i suoi pazienti con la sua umanità, la sua professionalità e la sua onestà, seguendo i dettami di Ippocrate, liberando i malati dalle sofferenze, concependo la professione di medico come sublime missione”. Scrive così Peppe Catania ricordando l’amico e collega Piero Macedonio recentemente scomparso a causa di un malore.
“Ha visto l’uomo in tutta la sua debolezza e non solo nella sua forma esterna. Ha visitato più come amico che come medico con senso alto di moralità e dovere e gentilezza. Ottimo medico, psicologo, sostenitore, amico. Ha compreso il mistero dei cuori ed ha arricchito le sue conoscenze con i suoi pazienti, che sono stati i suoi libri.Ha amato la verità, si è mostrato quello che era, senza infingimenti, senza paura e senza riguardi. Sono pochi quelli, sottolinea Peppe Catania, che decidono saggiamente su se stessi e sulle proprie cose, tutti gli altri, a somiglianza degli oggetti, galleggiano, sono trasportati. Il compenso della visita era trascorrere una giornata fra amici lieti e simpatici.Si è spento un eccellente uomo politico, che ha amministrato questa città con grande saggezza, con onestà e con grande disponibilità, sempre pronto ad aiutare e a risolvere concretamente le problematiche dei cittadini.In quell’epoca non vi erano debiti fuori bilancio al Comune, gli abitanti (tutti agrigentini) erano 74 mila ed erano previsti 100 mila nell’arco di poco tempo.Lavoravano tutti e vi era benessere economico.Non vi erano precari, ma lavoratori in pianta stabile. Ingiustamente, si è abbattuta nel 92 una classe politica dirigente, e LUI si è ritirato dalla politica attiva, perdonando chi gli aveva procurato il male e gli aveva precluso una carriera politica proiettata a livello nazionale. Si è spento un grande amico con il quale abbiamo condiviso molte battaglie nel sociale. Lui, conclude Catania, avrebbe detto non mi ritengo per niente indispensabile, ma è un modo di dire: che farete senza di me da soli?”