Agrigento

Nuova rete idrica agrigentina, arriva il finanziamento da 37 milioni: ma 10 sono stati già spesi

Dalla Regione arriva il decreto definitivo che sostiene l'importante intervento economico, ma gli interventi sono già in corso da alcuni mesi: con quali soldi?

Pubblicato 1 ora fa

Adesso è ufficiale: l’assessorato regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità, guidato da Francesco Colianni, ha portato a conclusione il decreto di finanziamento del primo stralcio dell’ammodernamento della rete idrica di Agrigento. Il provvedimento, che chiude l’esercizio finanziario 2025, rientra in un pacchetto di altri decreti “destinati a interventi infrastrutturali strategici in territori particolarmente esposti alla crisi idrica aggravata dagli effetti del cambiamento climatico”, ammonta a quasi 38 milioni. Le somme provengono dal Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027.

“Un intervento di grande portata che segna il primo stralcio di un progetto complessivo di ottimizzazione dell’intero sistema di distribuzione” ha commentato l’assessore regionale. Tutti contenti, certo. Qualcosa però non torna.

Verrebbe da dire: “Bene, no?”. Si, certamente, ma non senza un “però”. Non sarà sfuggito a nessuno, infatti, che il cantiere della rete idrica come noto è già partito da mesi e i lavori sono stati messi sostanzialmente in funzione dall’arrivo in città di un anticipo sostanzioso sul totale finanziato per il primo stralcio, cioè 10 milioni di euro.

Fondi che sono stati ritenuti essenziali per far partire i lavori, tanto che la Procura sostiene nelle proprie indagini nel contesto filone su appalti e mazzette, vennero messi in campo dei veri e propri escamotage per garantire “l’avvio dei lavori con grave ritardo, e a mezzo di subappalti di fatto non autorizzati” in modo da alterare “la procedura di aggiudicazione dei lavori relativi all’appalto, predisponendosi altresì per una frode in pubbliche forniture operata attraverso la effettuazione di lavori parziali e a mezzo di subappalti non autorizzati in violazione delle norme in materia di lavoro e sicurezza”.

L’accusa degli inquirenti era quindi che il rallentamento nelle procedure fosse voluto per consentire all’impresa di accedere ai 10 milioni di euro in questione che sono stati erogati nove mesi fa. E adesso la domanda: questi fondi da dove arrivano se il decreto di finanziamento è stato firmato oggi? E soprattutto, questa vicenda ha qualcosa a che fare con i dubbi del ministero dell’economia e delle finanze proprio sull’erogazione dei 10 milioni che vennero evidenziati sempre durante l’inchiesta?

In una conversazione intercettata, infatti, una funzionaria regionale parla dell’inutilità dell’anticipazione da 10 milioni (con i lavori che erano stati fermati dal Rup a febbraio del 2024 in attesa del nuovo finanziamento). “Tu sai come nasce tutto, giusto? Tu sai tutta questa storia, no?” Rispose secco il segretario particolare di Di Mauro Campagna, senza però convincere pienamente la funzionaria che continua a non comprendere i 10 milioni di anticipazione in che contesto siano stati inseriti e a quale scopo.

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Grandangolo Settimanale N. 40 - pagina 1

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