Trapani

Recuperata nel mare Trapani un’ancora del IV sec a.C.

La Soprintendenza del mare che opera per la sicurezza del patrimonio sommerso in collaborazione con i diving, nostri più attivi operatori nella tutela dei siti sommersi, ha effettuato un operazione di recupero e salvaguardia di una piccola ancora in piombo di cui conoscevamo il posizionamento Il Sig.Marcello Basile gestore di un diving a SanVitoLo Capo […]

Pubblicato 4 anni fa

La Soprintendenza del mare che opera per la sicurezza del patrimonio sommerso in collaborazione con i diving, nostri più attivi operatori nella tutela dei siti sommersi, ha effettuato un operazione di recupero e salvaguardia di una piccola ancora in piombo di cui conoscevamo il posizionamento

Il Sig.Marcello Basile gestore di un diving a SanVitoLo Capo (TP) ha segnalato la necessità di mettere in sicurezza l’ ancora e la Soprintendenza del Mare nell’organizzazione delle operazioni di recupero ha coinvolto la Guardia di Finanza, il reparto ROAN con il quale ha un protocollo di intesa per le attività di ricerca e tutela dei reperti archeologici sommersi.

L’operazione è stata effettuata il 23 Maggio con il Ten. Sebastiani della GDF SEZIONE OPERATIVA NAVALE DI TRAPANI STAZIONE DI PALERMO al comando dell’Unita navale B.S.1301,

La Soprintendenza del mare era rappresentata da Stefano Vinciguerra, istruttore direttivo coordinatore delle operazioni in immersione e rilievo foto e video., in collaborazione con il gruppo subacqueo di B C Sicilia coordinato dall’ Ing Lino Gaetano ex dirigente della Soprintendenza del mare in pensione,composto da volontari.

Il reperto è stato recuperato ad una profondità -19,3 sul posto abbiamo collocato una targhetta della sopmare e rilevato la posizione con il GPS , ed è stato portato a Palermo presso la sede del Roosevelt, dichiara il Soprintendente del Mare – Valeria Li Vigni. “ L’ operazione di recupero ha testimoniato una forte attenzione da parte dei diving che potremmo definire le nostre -sentinelle della cultura- che oltre a svolgere una funzione didattica e ricreativa rivolta agli appassionati dei fondali marini svolgono una funzione di tutela di quei reperti che costituiscono motivo di attrazione e valorizzazione alla visita. L’esigenza di prelevare l’ancora è stata dettata dai tentativi di depredazione che erano stati segnalati e quindi dall’esigenza di salvaguardare una testimonianza della nostra storia. L’ancora a ceppo fisso, di epoca ellenistico-romana ( IV-III sec A.C) con cassetta quadrangolare e perno centrale , di piccole dimensioni presenta una decorazione a rilievo di delfino su uno dei due bracci.Il delfino è considerato tra i simboli marini legati ad Afrodite Euploia uno dei più benauguranti per la navigazione , altri simboli ricorrenti sulle ancore sono le conchiglie e gli astragali. Fino agli anni’50 il delfino, raffigurato nelle imbarcazioni da pesca, aveva una funzione apotropaica in quanto rappresenta l’utero materno e la rinascita .”

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