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Santo Stefano Quisquina, percorso guidato alla scoperta delle sorgenti dei Monti Sicani

Nella provincia più assetata d’Italia il patrimonio idrico diventa attrazione turistica grazie al progetto “Di acqua e di terra”, sostenuto da Fondazione con il Sud

Pubblicato 2 anni fa

Una comunità di custodi dell’acqua. A Santo Stefano Quisquina, nell’Agrigentino, nella provincia più assetata d’Italia, i cittadini hanno deciso mappare e riscoprire le tante sorgenti nascoste nel verde incontaminato del territorio e renderle visitabili grazie all’accordo con l’ente gestore AICA, l’Azienda Idrica Comuni Agrigentini. Si tratta di un percorso vero e proprio che si inaugura nell’ weekend dei Borghi dei Tesori – sabato 3 e domenica 4 settembre –, organizzato dalla rete del progetto Di acqua e di terra, sostenuto da Fondazione con il Sud. Dal centro storico del borgo agrigentino, su cui si affaccia il Teatro Andromeda e l’Eremo della Quisquina, il percorso permetterà ai visitatori di attraversare la grande costellazione di fontane e fontanelle del comune montano per poi inoltrarsi nei boschi di roverelle e lecci, tra conigli, lepri e volpi rosse, e arrivare fino al fortino di oro blu custodito tra le rocce dei Monti Sicani, la sorgente Gragotta, mai aperta al pubblico. È qui che sgorga l’acqua purissima che rifornisce molti comuni dell’Agrigentino. Un trekking condotto da guide ambientali e dagli stessi abitanti del luogo che racconteranno il legame secolare e la lunga storia di tutela delle risorse idriche.

“Vogliamo invertire la narrazione a cui siamo abituati – spiegano i volontari del progetto Di acqua e di terra –  Il tema delle risorse idriche in questa provincia viene affrontato sempre in chiave emergenziale e problematica, e mai guardando al vero valore dell’immenso patrimonio ambientale, che va conosciuto, custodito e reso fruibile. I Sicani sono un territorio ricco di boschi e sorgenti, corsi d’acqua, e poi ancora fontane, ponti e mulini, un patrimonio dimenticato da custodire e valorizzare, che provoca senso di appartenenza e di protezione”. Le associazioni coinvolte nel progetto sono infatti attive nel recupero della memoria collettiva legata all’acqua: dalle testimonianze degli scioperi che coinvolsero tutta la popolazione nella custodia del bacino idrico, oggetto di nuove ricerche di accesso alle sorgenti, alla mappatura di aneddoti sull’uso dell’acqua, ai canti contadini che invocano la pioggia. Un lavoro di ricerca che porterà nel 2022 all’istituzione di un Ecomuseo dell’acqua: non solo un centro didattico capace di ospitare laboratori attrezzati per l’analisi dell’acqua e attività educative e formative, ma anche una casa della memoria da lasciare in eredità a una popolazione che rischia di perdere traccia del passato. 

Raduno: ore 8.30 da piazza Castello, ticket 6 euro su leviedeitesori.com

Di Acqua e di terra è un progetto possibile grazie alla rete di partenariato che unisce il mondo del volontariato, realtà associative, scuole del territorio dei Sicani e comuni: capofila del progetto, l’associazione Non più soli, in rete con Una mano per, Avis S. Stefano Quisquina, Via delle rondini, Misericordia San Biagio Platani, i Comuni di S. Stefano Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca e Cianciana, l’Istituto Comprensivo Lorenzo Panepinto di S. Stefano Quisquina, l’Istituto Comprensivo Alessandro Manzoni di Alessandria della Rocca, e l’IISS Luigi Pirandello di Bivona. Partner di progetto sono anche il Gal Sicani e l’agenzia di turismo esperienziale Val di Kam. 

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