Senza stipendi da febbraio, al via lo sciopero dei dipendenti del consorzio bonifica Agrigento 3
Non hanno ancora riscosso neanche la mensilità per la quale, nei giorni scorsi, l'assessore regionale all'Agricoltura Salvatore Barbagallo aveva annunciato lo sblocco
Dopo settimane in stato di agitazione e quattro mesi senza stipendio (da febbraio a maggio), hanno deciso di proclamare lo sciopero i dipendenti del Consorzio di bonifica Agrigento 3. Non hanno ancora riscosso neanche la mensilità per la quale, nei giorni scorsi, l’assessore regionale all’Agricoltura Salvatore Barbagallo aveva annunciato lo sblocco. Nel frattempo il consorzio, già accusato dai sindacati di avere usato i soldi per gli stipendi per pagare un fornitore che gli aveva fatto causa, è destinatario di un ulteriore pignoramento da oltre 3 milioni e mezzo di euro, stavolta da parte di Enel, per fatture relative a forniture di energia elettrica tuttora insolute.
“Questa ulteriore criticità – fanno notare i sindacati – rischia di paralizzare completamente l’attività consortile, già duramente provata da una situazione economico-finanziaria fuori controllo”. Cgil, Cisl ed Uil fanno sapere che, di fronte all’assenza di risposte concrete e alla perdurante situazione di stallo, oltre allo sciopero i lavoratori si sono autoconvocati in assemblea permanente con presidio presso la sede di Ribera del Consorzio di bonifica, annunciando che dormiranno in tenda.
“La mobilitazione – aggiungono i rappresentanti sindacali Colletti (Cgil), Giarrizzo (Cisl) e Mulè (Uil) – rappresenta l’ultimo strumento di lotta per far valere i propri diritti, nella speranza di ottenere un intervento immediato da parte delle istituzioni”. Proprio a questo proposito, i lavoratori hanno rivolto un appello al presidente della Regione Siciliana affinché intervenga personalmente per sbloccare questa vertenza. Ritengono necessario che venga garantito il pagamento immediato delle mensilità arretrate e assicurata la regolare gestione delle risorse future, evitando un ulteriore aggravamento della crisi che rischia di compromettere la stagione irrigua e l’intera economia agricola del territorio.